Una tragedia dalle radici profonde

Il presidente della Conferenza dei vescovi francesi: “vergogna”, “orrore”, “chiedo perdono a ognuno”.

La notte più cupa della Chiesa in Francia”: così inizia l’articolo di ’ “Avvenire” in cui viene pubblicato il rapporto della commissione d’inchiesta indipendente Ciase (voluta dalla stessa Chiesa francese) dopo un lavoro di tre anni. Sono state necessarie lunghe ed accurate ricerche – senza precedenti – negli archivi di diocesi, di ministeri, di giornali, oltre alle interviste delle vittime e dei loro parenti: il tutto ha prodotto un rapporto di oltre 2.500 pagine. Dopo la famiglia, la Chiesa è il secondo luogo in cui si verificano abusi e violenze, eppure questo tipo di indagine in Italia non è stato ancora fatto.

Vengono stimate, scrive sempre “Avvenire”, “216mila persone aggredite negli ultimi 70 anni da preti e religiosi uomini…Ad infliggere le violenze sono stati fra 2.900 e 3.200 pedocriminali”. Le vittime salgono a 330mila, se si includono anche i laici che lavorano nelle strutture della Chiesa, cioè catechisti, educatori, insegnanti. In un terzo dei casi (32%) si è trattato di veri e propri stupri. L’80% delle violenze e degli abusi hanno riguardato bambini fra i dieci e i tredici anni. La Chiesa, ha detto il cattolico Jean-Marc Sauvé, l’autorevole presidente della commissione Ciase, ha manifestato “fino all’inizio degli anni 2000 un’indifferenza profonda, e anche crudele nei confronti delle vittime“. Dal 1950 al 2000, “le vittime non vengono credute, ascoltate, si ritiene abbiano un po’ contribuito a quello che è loro accaduto“.

Altre parole pesantissime sono state pronunciate da un rappresentante delle vittime, François Devaux, presidente dell’associazione «La parola liberata», il quale ha denunciato «un tradimento della fiducia, della morale, dei bambini, dell’innocenza, del Vangelo, di tutto insomma». Ecco, quindi, la comprensibile reazione del vescovo Eric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale francese: ” «Sono numeri che ci travolgono…Esprimo la mia vergogna, il mio orrore, ma anche la mia determinazione ad agire affinché il rifiuto di vedere, di sentire, il desiderio di nascondere i fatti, la riluttanza a denunciarli scompaiano dagli atteggiamenti delle autorità ecclesiastiche, dei preti e degli operatori pastorali…Il mio desiderio in questo giorno è di chiedere il vostro perdono, il perdono di ognuno di voi“.

A conclusione vogliamo segnalare un altro importante tassello per la comprensione del fenomeno della pedofilia tra il clero.

Il presidente Sauvè ha messo in evidenza che negli anni Cinquanta e Sessanta si è registrato il maggior numero di “orrori”, prima di un sensibile calo nel ventennio seguente (in altre parole dopo il 1968). Ma dal 1990, aggiunge Sauvè, la curva non scende più e conclude “Dunque il problema sussiste”.

Avevamo cercato di evidenziare l’inconsistenza della tesi del papa emerito Benedetto XVI quando nei i suoi “appunti”, pubblicati nel 2019, scriveva: “Cerco di mostrare come negli anni ’60 si sia verificato un processo inaudito, di un ordine di grandezza che nella storia è quasi senza precedenti. Si può affermare che nel ventennio 1960-1980 i criteri validi sino a quel momento in tema di sessualità sono venuti meno completamente e ne è risultata un’assenza di norme alla quale nel frattempo ci si è sforzati di rimediare”. Secondo Ratzinger, era stata la “liberazione sessuale” ed il movimento del ’68, ad amplificare un fenomeno altrimenti assolutamente marginale.

La stessa tesi di Ratzinger venne ripresa e aggiornata dalla stampa tradizionalista (in questo blog gli articoli in proposito: Qui e Qui). Avevamo allora scritto:” Il 68, con la sua ricerca e pratica della sessualità, ha prodotto anche l’eccesso. Soffermarsi tuttavia solo su di esso per voler confutare tutta la ricerca e la ricchezza che hanno caratterizzato quel periodo riguardo alla liberazione del corpo e alla ritrovata sessualità negata fino ad allora, vuol dire non fare storia e informazione storica, ma significa fare gli spazzini dei rifiuti. Significa raccogliere le scorie, che hanno provocato dolore e sofferenza nelle persone, ma che sono scorie e come tali vanno segnalate, non scambiate per l’intero corpo che le ha prodotte.

Ora non sarebbe magari il caso di un qualche ripensamento, di una qualche “correzione di tiro” – nell’individuare la genesi del delitto pedofilo – da parte di Benedetto e dei tradizionalisti?  

Per il rigore con cui ha condotto l’inchiesta la commissione Ciase è stata ringraziata sia dalla Chiesa francese che dalle vittime.

L’immagine in evidenza è tratta da: ildigitale.it;
le altre immagini sono tratte, nell’ordine, da: livesicilia.it; agi.it; ilmessaggero.it; avvenire.it

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