LA FIGURA DEL “PAPA EMERITO” BENEDETTO XVI /4
Non c’è solo la teologia della restaurazione

Accanto al pensiero teologico di Benedetto XVI oggi un cattolico può confrontarsi con un’altra interpretazione del messaggio di Gesù e della storia dell’istituzione Chiesa. Si tratta del lascito del teologo Hans Kung.

Nell’aprile del 2021 moriva a Tubinga lo svizzero Hans Kung, teologo e sacerdote cattolico. Accanto ai suoi studi sulle religioni, Kung era noto internazionalmente per le sue posizioni in campo teologico (ha introdotto la nozione di paradigma nell’interpretazione della storia di Gesù e della Chiesa), in campo morale (ha ammesso la legittimità dell’uso degli anticoncezionali, del fine vita deciso autonomamente, della scelta del celibato come possibile opzione, ma non unica, per il sacerdote), in campo ecumenico (si è battuto per il riconoscimento delle altre religioni come vie altrettanto autorevoli nel percorso verso la Salvezza e quindi per la apertura di un confronto costante e senza pregiudiziali con esse).

Per una rapida panoramica delle posizioni del teologo Hans Kung proponiamo qui di seguito una sintesi dell’intervista condotta da Giancarlo Burghi  per l’Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche. Ma invitiamo vivamente ad ascoltare per intero l’intervista (durata 57 minuti, ben spesi).

Il primo tema affrontato, dopo un excursus sulla vita professionale di Kung, ha per titolo “I paradigmi della storia del Cristianesimo” e su di esso ci soffermeremo maggiormente rispetto agli altri argomenti perché l’applicazione dei “paradigmi” alla storia cristiana rappresenta l’intuizione metodologica centrale del pensiero di Kung.

Ogni “paradigma” consiste in una particolare “costellazione” di idee, di assunti teorici, di modi di pensare, i quali servono a definire la cultura di una società (Atene del III secolo), o di un periodo storico (il Rinascimento dell’Italia del 1400).
Il passaggio da un “paradigma” ad un altro, col mutarsi delle condizioni sociali, economiche culturali è dato dal cosiddetto “cambiamento di costellazione”, cioè dal mutamento della visione del mondo. Questo evento diventa comprensibile se abbiamo davanti come riferimento – per analogia – il passaggio culturale che si è verificato nel 1500, quando si è passati dalla visione della astronomia legata al cielo tolemaico a quella determinata dal cielo copernicano.

Kung spiega che nel Cristianesimo si è verificato cinque o sei volte il “cambio di paradigma” interpretativo e concettuale, e all’interno di ogni paradigma si vede e si vive, di conseguenza, il Cristianesimo in maniera differente. Quindi la religione non è indipendente dalla legge del mutamento, ci sono stati Cristianesimi diversi nell’arco della storia e come tutte le opere dell’uomo inevitabilmente anche la religione è in funzione del tempo.

La Verità di Woytila e di Ratzinger, fondata sull’immutabilità, non esiste se non nei loro libri perché la stessa evoluzione della religione cristiana la contraddice. Per esempio, la negazione della pena di morte (2017) e la accettazione della libertà religiosa (1965) segnano due fra le numerose differenze di paradigma interpretativo tra la Chiesa Conciliare del Vaticano II e la Chiesa tradizionalista.

Inoltre, a complicarci l’analisi, nella stessa epoca storica possono contemporaneamente convivere, assieme all’ultima versione, i paradigmi precedenti, con le rispettive concezioni teoriche. Oggi, nel terzo millennio, accanto al paradigma del Cristianesimo moderno, che tiene conto della Riforma e dell’Illuminismo, sopravvive nel clero e in larghe masse, non solo cattoliche ma anche evangeliche, il paradigma del Cristianesimo medievale, promosso da Gregorio VII.  L’interpretazione della figura di Gesù è stata anch’essa soggetta a mutamenti d’interpretazione già a partire dalle formulazioni dei singoli vangeli, sostiene Kung. Esiste tuttavia una sostanza, un nucleo di continuità che permane nei diversi paradigmi in cui storicamente si è realizzata la religione cristiana? Esiste poi una evoluzione nella comprensione del messaggio del Vangelo oppure ogni interpretazione di esso ha una sua giustificazione storica? Anche questi interrogativi vengono affrontati nell’intervista.

Il secondo tema di rilievo, è il rapporto tra Etica e Fede. Tratta del cambiamento nella valutazione della “divinità” di Gesù, fin dalla stesura dei quattro vangeli canonici.

Il terzo tema di rilievo è “Il primato monarchico episcopale di Roma”. Affronta il delicato passaggio di paradigma dalla centralità di Gerusalemme e dell’ebraismo cristiano alla scelta esclusivista di Roma e del cristianesimo “cattolico”, universale a parole: Kung insiste sull’idea che non c’è un primato monarchico nel Nuovo Testamento, ci sono solo alcuni principi ma non si dice niente sul successore di Pietro e non si dice che deve essere il vescovo di Roma. L’ assolutismo pontificio non è una verità eterna, ma fa parte del Paradigma Medievale e del successivo Controriformistico.

Il quarto tema di rilievo è “Il Rapporto tra Chiesa e Modernità”. Mette a fuoco il secolo XIX, quando la condanna, da parte della Chiesa di Roma, della Rivoluzione Francese non riguardò soltanto gli abusi commessi e la politica del terrore ma produsse anche la negazione dei diritti umani, delle scienze nuove come il darwinismo, e dei pensatori moderni come Kant, messi nell’indice dei libri proibiti. Comunque, è fondamentale per Kung la distinzione tra Chiesa cattolica e il Sistema Romano e ne approfondisce le differenze.

Il quinto tema di rilievo è “Fondamentalismo e monoteismi”: Kung insiste soprattutto sulla necessità di leggere la Bibbia, ed ogni testo “sacro”, non in maniera letterale ma sempre attraverso una ermeneutica storico critica.

Il sesto tema di rilievo (col quale si chiude l’intervista) è “Il futuro della religione”: la religione del futuro sarà fondata sulla convinzione che la fiducia ragionevole in Dio resta il fondamento di una scelta consapevole, e che assieme ad essa sarà necessario mettere in primo piano, rispetto ad ogni potere rappresentato dalla dottrina, dai dogmi e dalle gerarchie clericali, la responsabilità della coscienza dell’individuo.

QUI per approfondimenti sul pensiero di Kung.

L’immagine in evidenza è tratta da: swissinfo.ch
L’immagine nel testo è tratta da: avvenire.it

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