Un passo avanti e uno indietro per la Chiesa di Francesco

Lo scorso 22 novembre, per la prima volta nella storia, un pastore valdese ha parlato nella basilica del Vaticano, la più importante per i cattolici. Si tratta del teologo Paolo Ricca, che ha partecipato a una Lectio Petri, insieme al teologo ortodosso laico, Dimitrios Keramidas e al cattolico don Dario Vitali. È un evento importante sulla strada dell’ecumenismo e le considerazioni emerse fanno ben sperare. Nel sito di “Riforma” appare il video integrale che merita l’ascolto.  

Dall’introduzione dell’intervento di Ricca: “…È sicuramente la prima volta nella storia millenaria di questa Basilica che un pastore della chiesa valdese, quale io sono, parla qui, gli viene data la parola, in libertà e fraternità. Non era mai successo nella storia. È un fatto assolutamente nuovo, una di quelle cose nuove…. E che cos’è questa cosa nuova?  È la chiesa ecumenica che avanza e oggi prende corpo, anche qui, proprio qui in questa Basilica molto significativa da tutti i punti di vista per tutta la cristianità. Proprio qui la chiesa ecumenica, cioè la chiesa di tutti i cristiani, prende corpo. Diventa visibile. È una cosa straordinaria… È proprio la chiesa dei fratres omnes anzi tutto cristiani. Lo siamo sempre stati, fratres omnes, ma solo nel nostro tempo ce ne stiamo accorgendo, lentamente, e alcuni non se ne sono ancora accorti».

Dell’intervento del teologo cattolico Vitali segnaliamo un passaggio di notevole interesse per il proseguimento del dialogo: “…nell’uso durante la storia del “Tu es Petrus” vediamo sia l’evoluzione del primato che il relativizzarlo. Nel primo millennio nella chiesa dei Padri, Pietro era ogni vescovo e ogni vescovo si riteneva Pietro per la sua chiesa perché la chiesa di allora era una Chiesa fondata su ogni vescovo che si considerava Pietro…è un dato di fatto che emerge dagli scritti dei Padri e dal loro modo di atteggiarsi, nel primo millennio era questa la questione…Diventa titolo riservato alla chiesa di Roma durante la Riforma Gregoriana (siamo nella seconda metà del secolo XI –  N.d.R.)…vi è una situazione drammatica e nell’impero latino c’è il riemergere di un cesaropapismo ridiventato forte…i monaci desiderano tornare alla santità della Chiesa e richiedono che la guida della Chiesa torni in mano al vescovo di Roma…”.
Insomma, la possibilità di definire una guida non più gerarchica, ma esclusivamente pastorale da parte del papa ci sembra aperta.

Il passo indietro si è verificato ieri 1° dicembre con l’assegnazione da parte del Papa Francesco dei Premi Ratzinger di quest’anno a due studiosi. In questa occasione Francesco ha parlato del suo personale legame con Benedetto XVI. Riportiamo da Avvenire: “Come sapete, non mancano per me momenti di incontro personale, fraterno e affettuoso, con il Papa emerito… questa occasione è importante per riaffermare che anche il contributo della sua opera teologica e più in generale del suo pensiero continua ad essere fecondo e operante“. I contributi di Ratzinger “offrono una base teologica solida per il cammino della Chiesa”.

Se non si conosce l’operato di Ratzinger e ciò che ha scritto si potrebbe anche sostenere questa tesi oppure, conoscendo il carattere di papa Francesco, solo una visione teologica poco coerente può mettere assieme punti di vista contraddittori. Per limitarci alla pratica ecumenica Francesco “dimentica” completamente la scelta di Benedetto XVI di recuperare – con agevolazioni e concessioni diverse fino alla possibilità di praticare la messa in latino – la Fraternità San Pio X di monsignor Lefevre, il cui atteggiamento antiebraico non si limitava alla preghiera ma arrivava a nominare come proprio vescovo il famigerato Williamson, un negazionista dell’Olocausto. E non è finita qui: i premiati di quest’anno, dalla Fondazione Ratzinger, sono stati il Prof. P. Michel Fédou e il Prof. Joseph Halevi Horowitz Weiler. Il professor Weiler “è la prima personalità di religione ebraica a cui viene attribuito il Premio Ratzinger, di cui finora erano stati insigniti studiosi appartenenti a diverse confessioni cristiane. Ne sono veramente felice” ha concluso Francesco.
Per chi fosse interessato il prof. Weiler è ben noto in Europa come giurista che ha sostenuto le parti del tradizionalismo cattolico contro la laicità dello Stato. Vedi articolo sul crocifisso in questo sito.

L’immagine in evidenza è tratta da: riforma.it

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