Regali di Natale

Dovremo tutti (naturalmente tutti quelli che ne hanno la possibilità) mettere, nella lista dei regali di Natale, la partecipazione ad una raccolta fondi per l’acquisto di generatori di corrente da mandare in Ucraina.
In questo sfortunato Paese l’inverno è particolarmente rigido e molti, soprattutto anziani e bambini, rischiano la morte per assideramento, perché nelle loro case, negli ospedali e nelle scuole non arriva più la corrente elettrica. Spesso non arriva neppure l’acqua.

Insomma, dopo aver fallito l’obiettivo di piegare l’Ucraina militarmente (grazie alla coraggiosa e fiera resistenza dell’esercito ucraino sostenuto da tutta la popolazione) Putin sta tentando la strada di mettere in ginocchio l’Ucraina bombardando e distruggendo le centrali elettriche e tutte le altre strutture per gli approvvigionamenti vitali.

Non è da escludere che i russi  abbiano calcolato di provocare un nuovo holomodor, un nuovo genocidio del popolo ucraino per piegarne la resistenza, come è avvenuto nel 1932 ad opera del governo sovietico (allora fu per fame: i soldati dell’esercito russo saccheggiarono e distrussero tutti i granai dei contadini ucraini che non accettavano la collettivizzazione forzata. Il risultato fu 4 milioni di morti per fame di cui 2 milioni bambini).

In un appello di intellettuali tedeschi pubblicato anche in Italia, dalla rivista Micromega, si legge: “Ora sta arrivando l’inverno. Possiamo già vedere cosa significa quando il riscaldamento, le luci e gli elettrodomestici si guastano, non c’è acqua potabile, le finestre non possono essere sostituite, le città sprofondano nel buio, le scuole e gli asili devono chiudere, gli ospedali non possono più curare i loro pazienti e le aziende devono smettere di lavorare. Dall’inizio dell’attacco russo, più di 14 milioni di persone hanno già dovuto abbandonare le loro case e si prevede che altri milioni saranno costretti a fuggire”.

In questa guerra, il fronte “interno”, ovvero l’attacco alle infrastrutture civili, sta diventando non meno importante del fronte “militare”.
Infatti la Nato sta programmando, oltre al sostegno militare, l’invio di beni che possano aiutare il popolo ucraino a superare il periodo invernale. In questa direzione si sta muovendo anche la Commissione europea.

All’Ucraina servono generatori di corrente, dicono i sindaci di Bucha e Leopoli – come riportato dalla rivista Europea del 7 dicembre -, i più efficaci sono quelli diesel. In particolare scarseggiano i trasformatori che convertono la corrente ad alto voltaggio, prodotta dai generatori, perché possa essere usata nelle case. Ma c’è anche urgente bisogno di pezzi di ricambio per riparare la rete elettrica danneggiata dai bombardamenti russi. Trovare materiale compatibile, però, è un problema. L’infrastruttura ucraina deriva da tecnologia sovietica. “È evidente la premeditazione del Cremlino nel colpire le linee, sapendo che Kyjiv avrà difficoltà a ripararle. Lo fa scientemente, con una precisione aliena ai suoi missili che uccidono per sbaglio”.

Una alternativa ai generatori tradizionali è rappresentata dai generatori ad energia rinnovabile. Un progetto in questa direzione è stato affrontato in un webinar lo scorso 30 novembre. Altri strumenti utili possono essere i power bank, caricabatterie ad energia solare per cellulari.

Dunque, non solo armi.

Ma cosa possiamo fare noi semplici cittadini per aiutare l’Ucraina a superare questo inverno?

Dall’appello degli intellettuali tedeschi possiamo ricavare una indicazione pratica:
Ognuno può fare una donazione (meglio se a una delle iniziative già esistenti o al Fondo Nazionale di Donazione UNITED24 istituito dal presidente Volodymyr Zelensky).

“L’energia è un altro fronte di questa guerra –  ha detto il viceministro Yaroslav Demchenkov – Dobbiamo fare di tutto perché non sia l’unico dove l’Ucraina non sta vincendo”.

L’immagine in evidenza è tratta da: linkiesta.it
Le altre immagini sono tratte da: notizie.virgilio.it; laregione.ch; lastampa.it

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