Fondamentalismo religioso e dittatura politica si uniscono nella stessa azione omicida

In Iran il 7 dicembre è stata eseguita la prima condanna a morte di un manifestante contro il regime di Teheran; secondo il Tribunale egli– per aver riconosciuto di avere usato violenza contro la polizia – è colpevole di «Inimicizia contro Dio». In altre parole, vi è Dio e questo Dio garantisce il potere di questi integralisti. Quasi contemporaneamente anche nel Donbass, occupato dai russi, cinque civili sono stati condannati a morte per impiccagione con l’accusa di collaborare con Kyiv.

Che cosa lega il Donbass e l’Iran? La mancanza di democrazia e la ferocia della loro “legge”, che è stata partorita da una oligarchia di potenti oppure di fanatici religiosi, tutti comunque accomunati dal loro pretendere di essere al di sopra di ogni giudizio e di ogni critica, altrimenti picchiano, mettono in prigione, uccidono o cercano di uccidere.

Che cosa accomuna i morti dei due paesi? Il non accettare l’imposizione del silenzio e della rassegnazione perché per loro non vi è vita senza libertà.

Siamo senza parole di fronte a queste atrocità e non possiamo aggiungere altre considerazioni tranne ancora una finale: che l’Occidente e noi, che siamo in grado di esprimere le nostre opinioni, si faccia tutto il possibile e si ricorra ad ogni mezzo per fermare la barbarie.

L’immagine in evidenza è tratta da: remocontro.it
Le immagini nel testo sono tratte, rispettivamente, da: leggo.it; twitter.it

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