La guerra e Maria

La consacrazione della Russia (e dell’Ucraina) al Cuore immacolato di Madonna, il 25 marzo di quest’anno, da parte di papa Francesco ci suggerisce alcune riflessioni, a partire dalla figura stessa di Maria.

Maria appare nei Vangeli canonici già con caratteristiche fuori del comune (la verginità prima e durante il parto, mentre quella dopo il parto è rifiutata da numerose chiese protestanti per il fatto che nei vangeli stessi si parla di “fratelli di Gesù”), caratteristiche che saranno ulteriormente sviluppate in maniera ipertrofica sia dai vangeli apocrifi sia dalle scelte della Chiesa cattolica (in particolare con i due dogmi della Immacolata Concezione e dell’Assunzione, non accolti invece dalle altre Chiese cristiane). Da essere umano di genere femminile, appartenente alla storia ebraica del I secolo, donna con debolezze e limiti, che si intravedono perfino nei vangeli canonici, rapidamente Maria è diventata un “monstrum”, un prodigio, un evento miracoloso che ha trasformato questa donna in una vera e propria dea, la quarta figura della Trinità (vedi articolo “Enigma Maria” sul blog).

La devozione per la Madonna ha quindi assunto nel cattolicesimo, soprattutto popolare, una configurazione sostanzialmente politeista, nel senso che non solo l’Ente soprannominato Dio, ma anche il più accessibile Gesù Cristo, sono stati trascurati fino ad essere -in molti casi- messi da parte e sostituiti da Maria nella adorazione dei fedeli (questa valutazione è applicabile anche alle figure di santi, come padre Pio, a cui il  camorrista pentito si rivolge per poter ottenere il perdono e il sospirato paradiso).  La sua accesa devozione spiega perché, nel corso dei secoli, la Madonna sia apparsa molte volte, già a partire dal 40 d.C., ma le sue apparizioni si sono intensificate nel XIX e nel XX secolo, soprattutto nei paesi dell’area mediterranea (Italia in primis) e in ambienti a maggioranza cattolica.

L’apparizione che qui interessa avvenne nel 1917, in Portogallo, a tre pastorelli, Lucia dos Santos e i suoi cugini Giacinta e Francesco.  A Fatima il 13 luglio 1917 la Madonna annunziò che Dio si apprestava a “punire il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre”.

In una successiva rivelazione privata a suor Lucia, avvenuta il 13 giugno 1929 nel monastero di Tuy, la Madonna aggiunse che «Verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se esaudiranno le mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà la pace. Altrimenti, essa diffonderà nel mondo i suoi errori, provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, molte nazioni saranno annientate. Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà e sarà concesso al mondo un certo periodo di pace». 

Purtroppo, la consacrazione non si fece subito ed allora, nel 1931, il Signore si lamentò con suor Lucia sulla mancata consacrazione della Russia: “Non hanno voluto ascoltare la mia richiesta! Come il Re di Francia, se ne pentiranno, e la faranno ma sarà troppo tardi (sembra impossibile che abbia detto queste parole, ma così ha riferito Lucia n.d.r.). La Russia avrà già sparso i suoi errori nel mondo, provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa: il Santo Padre dovrà soffrire molto”. In un ultimo disperato tentativo di fermare la guerra in Ucraina, Francesco ha seguito il “consiglio” di Maria (o di Lucia?).

Due considerazioni

  1. La Russia era già stata consacrata al Sacro Cuore di Maria:
    lo sostiene la rivista internazionale on line seria, autorevole e tradizionalista come “Aleteia” (appoggiata del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali ed in collaborazione con la Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede).
    Nel 1942 con Pio XII, nel1952 (“consacriamo tutti i popoli della Russia al medesimo Cuore immacolato, nella sicura fiducia che col potentissimo patrocinio di Maria vergine quanto prima si avverino felicemente i voti”, papa Pacelli, ma senza coinvolgere i vescovi), ancora nel 1964 con Paolo VI, poi nel 1982 e nel 1983 con Giovanni Paolo II venne consacrata la Russia al Cuore immacolato di Maria, ma Suor Lucia (la veggente e interprete della parola di Maria) disse sempre che le condizioni richieste dalla Madonna non erano state rispettate alla lettera: mancavano o la menzione diretta della Russia nel testo della Consacrazione (infatti in alcuni comunicati si menzionava non la Russia, ma il mondo intero, dando per scontato che la Madonna conoscesse la geografia!) o non era stata organizzata la partecipazione dei vescovi oppure si era verificato il fatto che non tutti i vescovi erano stati avvertiti in tempo della scadenza della Consacrazione.
    Di fronte a queste invalidazioni verrebbe da non credere all’intera vicenda, pensando ad una burla organizzata dai miscredenti, se non fosse che tutta questa sequenza di eventi religiosi – promossi da papi e contraddetti da suor Lucia – è documentata esaurientemente da “Aleteia” ed è ben nota a coloro che si occupano di apparizioni mariane.
    Infine, nel 1984 con Giovanni Paolo II si compì, finalmente, la cerimonia e “il 29 agosto 1989, suor Lucia affermò che la consacrazione della Russia era stata effettuata e che “Dio manterrà la sua parola”. Si susseguirono in effetti eventi significativi, come la caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989) e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, 25 dicembre 1991” (sempre da Aleteia, maggio 2018).
  2. Come interpretare il gesto di Francesco e quali saranno le conseguenze?
    Intanto l’esultanza dei gruppi tradizionalisti cattolici, che vedono in questo atto la ripresa di un modello medievale di rapporto uomo -Dio, con un uomo peccatore perché non crede nella loro interpretazione del Vangelo, quindi viene colpito da terribili disgrazie, dalle pestilenze ai terremoti, e allora il Dio (cattolico) interviene – su intercessione di Maria – per togliere la punizione in caso di conversione. Al di sotto della consacrazione a Maria, c’è una persistente visione religiosa che la vede come rimedio alla punizione inviata da Dio agli uomini per il loro allontanamento dalla Chiesa: è il peccato della modernità che questo tipo di pietà è chiamato a riscattare. Per gli attuali fautori del culto – in genere gli ambienti tradizionalisti – la Russia, anche se non è più sovietica, è di nuovo il motore di quella punizione che la Provvidenza scatena per indicare che l’alternativa è: apocalisse o ritorno ad un’ortodossia cattolica antimoderna».  Daniele Menozzi, docente universitario ed autore del libro «Il potere delle devozioni. Pietà popolare e uso politico dei culti in età contemporanea» (edito da Carocci) ha commentato con queste parole la scelta di Francesco.
    Vorremo ancora sottolineare come questa modalità di intendere Maria (ma anche i santi) possa purtroppo essere di incentivo ad una deresponsabilizzazione del fedele, il quale rischia di affidare le proprie scelte ad un unico atto, non distante dall’atteggiamento del superstizioso.
    Molto più incisivo era stato Francesco quando, a proposito dei migranti, non aveva messo in primo piano la preghiera, ma aveva invitato tutti i cristiani a “costruire i ponti e non ad alzare i muri”, ad accogliere e ad integrare. L’Ucraina, vittima di una aggressione criminale, merita la stessa concretezza, che comunque Francesco persegue, anche se la prosopopea della “Consacrazione” rischia di offuscarla agli occhi del mondo.

L’immagine in evidenza tratta da: ilfattoquotidiano.it
L’immagine nel testo tratta da: rossanocariati.it

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