PROMOSSO DA JOE BIDEN
Un summit per salvare le democrazie

Il 23 Novembre scorso il Dipartimento di Stato americano ha annunciato l’evento virtuale “The Summit for Democracy”, che si terrà il 9 e 10 Dicembre e al quale sono state invitate 110 nazioni. È un evento che Joe Biden aveva promesso di realizzare nel corso della campagna elettorale che lo ha portato alla presidenza degli Usa, con l’obiettivo di radunare Paesi che condividono l’impegno a contrastare la corruzione e l’autoritarismo e a promuovere i diritti umani.

Come informa il giornalista Maurizio Stefanini su Linkiesta del 25 11 2021, nella comunicazione del Dipartimento di Stato sulle finalità dell’iniziativa si legge:
La democrazia e i diritti umani sono minacciati in tutto il mondo. Le democrazie, sia in fase di transizione che consolidate da decenni, stanno affrontando serie sfide all’interno e all’esterno dei loro confini. La sfiducia pubblica e il fallimento dei governi nel fornire un progresso economico e politico equo e sostenibile ha alimentato la polarizzazione politica e l’ascesa di leader che stanno minando le norme e le istituzioni democratiche.
In tutto il mondo, la debole capacità statale, lo Stato di diritto debole, l’elevata disuguaglianza e la corruzione continuano a erodere la democrazia. Allo stesso tempo, i leader autoritari stanno raggiungendo le frontiere per minare le democrazie, dal prendere di mira giornalisti e difensori dei diritti umani all’ingerenza nelle elezioni, il tutto seminando disinformazione per affermare che il loro modello è più efficace per le persone. Gli attori ostili esacerbano queste tendenze manipolando sempre più le informazioni digitali e diffondendo disinformazione per indebolire la coesione democratica”.

Essendo queste le premesse, era inevitabile l’esclusione di Paesi come la Cina, la Russia e la Turchia. Forse meno scontato, dopo il vertice Biden – Xi Jinping che sembrava preludere ad una distensione nei rapporti Usa-Cina, l’invito a Taiwan (che però resta giustificato dal fatto che Taiwan è comunque un paese a regime democratico). Ma tra gli invitati compaiono anche Paesi nei quali la democrazia è in serio pericolo come Filippine, India e Polonia. E tra gli assenti figurano anche alcuni tradizionali alleati degli Usa, come Arabia Saudita, Egitto e Giordania.

Naturalmente Russia e Cina hanno espresso dure critiche alle decisioni di Biden.

Vasily Piskalev, presidente del Commissione per la sicurezza e l’anticorruzione della Duma di Stato russa, ha affermato che il vero scopo del cosiddetto “Democracy Summit” organizzato dagli Stati Uniti è dividere il mondo in “alleati” e “nemici” e creare una situazione di confronto (da: italian.cri.cn).

La reazione della Repubblica popolare cinese, che considera Taiwan una provincia ingiustamente separata, è stata da copione: «Esprimiamo ferma opposizione» a questa mossa americana, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino. “Taiwan non ha alcun altro status se non quello di parte integrante della Cina”(da: Corriere della Sera del 24 11 2021).

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha anche affermato che il vero scopo del cosiddetto “Democracy Summit” organizzato dagli Stati Uniti sta divenendo sempre più chiaro agli occhi della comunità internazionale. La comunità internazionale potrà certamente formulare un giudizio corretto e oggettivo e fondato sul fatto che gli Stati Uniti contengono e ostacolano alcuni paesi, provocando divisione e confronto con il pretesto della democrazia”. (fonte: italian.cri.cn)

Ma polemiche a parte (del resto un summit di questo tipo non poteva non provocarne) il problema individuato da Biden è reale e questa iniziativa è un primo esempio del cambiamento di rotta nella strategia americana di difesa e sostegno della democrazia.

Cosa Biden si aspetta da tale iniziativa, sempre secondo il Dipartimento di Stato, è definire un’agenda affermativa per il rinnovamento democratico e affrontare le maggiori minacce nei confronti delle democrazie di oggi attraverso l’azione collettiva. “Per gli Stati Uniti, il vertice offrirà l’opportunità di ascoltare, apprendere e impegnarsi con una vasta gamma di attori il cui sostegno e impegno sono fondamentali per il rinnovamento democratico globale.
I leader saranno incoraggiati ad annunciare azioni e impegni specifici per riforme interne significative e iniziative internazionali che promuovono gli obiettivi del Vertice”.

In estrema sintesi, il problema  al centro del Summit promosso dagli Usa è cercare, collettivamente, modalità nuove per  porre un argine al proliferare di soluzioni autoritarie nel mondo. Vedremo cosa concretamente verrà prodotto.

Concludiamo con una segnalazione: il nuovo numero della rivista Linkiesta Magazine in collaborazione con New YorkTimes Review  dedicato al tema “Come salvare la democrazia (e tutti noi)”

L’immagine in evidenza è tratta da: informazione.it
Le altre immagini sono tratte, nell’ordine, da: gdr-italia.forumfree.it; apiceuropa.com; panorama.it; linkiesta.it

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