rassegna stampa – 01 02 2022

Dai giornali dei giorni scorsi, una selezione di temi e notizie che richiamiamo all’attenzione

THE ECONOMIST, LINKIESTA  La rielezione di Mattarella (con Draghi che rimane alla guida del Governo)
ORIZZONTESCUOLA  L’introduzione delle competenze non cognitive nel metodo didattico
OSSERVATORE ROMANO, VATICAN NEWS  Edith Bruck: cercare la luce senza dimenticare il buio
CORRIERE DELLA SERA, LINKIESTA Le purghe dei libri e la cancel culture

THE ECONOMIST, LINKIESTA  
La rielezione di Mattarella (con Draghi che rimane alla guida del Governo)

Segnaliamo i commenti apparsi su due giornali che hanno sempre indicato quale soluzione migliore per l’Italia proprio quella di mantenere Draghi alla guida del governo di unità nazionale con il sostegno del migliore garante di tale unità, ovvero Mattarella. Esattamente quanto poi è avvenuto.

Il primo commento a caldo del giornale inglese è stato:  “il reincarico a Mattarella è stato inevitabile e benvenuto: qualsiasi altro risultato avrebbe destabilizzato la coalizione di governo e forse avrebbe accelerato il ricorso ad elezioni anticipate … alle quali, stando ai sondaggi, la destra populista avrebbe trionfato.
La rielezione di Mattarella consente al ‘talentuoso’ Draghi di rimanere primo ministro, nel ruolo più importante in un momento come quello attuale, estremamente difficile per il suo paese”.

Infatti, ricorda l’Economist, “nei prossimi mesi il governo dovrà attenersi rigidamente a un calendario di riforme e investimenti dettato dalla Commissione europea per ricevere la sua quota completa di 200 miliardi di euro (223 miliardi di dollari) dei fondi dell’UE per la ripresa post-pandemia. Se ci riuscirà farà molto per determinare se l’Italia si tirerà finalmente fuori dalla stagnazione che ha rovinato la sua economia per due decenni. Le fortune dell’economia italiana, a loro volta, aiuteranno a determinare se l’Europa nel suo insieme si riprenderà con successo dalla pandemia o sarà trascinata al ribasso dalla sua grande economia più lenta”.

Inoltre, secondo il giornale inglese, da come sono andate le cose, la posizione di Draghi non esce indebolita (nonostante abbia dovuto rinunciare alla sua ambizione di essere eletto presidente della Repubblica e nonostante si siano aperte “profonde spaccature sia tra che all’interno dei partiti di governo”). In realtà tutta la vicenda “ha di fatto rafforzato l’idea che Draghi, tanto quanto Mattarella, sia indispensabile”.
Per l’Economist la vera sconfitta è stata “la fragile unità della destra italiana”. E conclude: “Se Salvini è stato il grande perdente, il più vicino a un vincitore è stato il leader del Pd di centrosinistra, Enrico Letta”. La stessa cosa non si può dire per Giuseppe Conte, il leader dei Cinque Stelle: “in nessun momento è sembrato essere al comando reale delle sue truppe”.

Anche per il giornale online Linkiesta “la partita del Quirinale e del governo si è risolta nel modo ideale”.
Naturalmente – scrive il direttore Christian Rocca nel suo editoriale del 29 01 2022 – “quasi tutti ora si intestano la rielezione di Sergio Mattarella, e va benissimo perché ciò che conta è il risultato finale – Draghi ancora a Palazzo Chigi a guidare il paese – non perdere tempo a biasimare chi consapevolmente o no ha provato a far cadere il governo, a interrompere anticipatamente la legislatura e ad accelerare la corsa verso un frontale che sarebbe stato devastante per l’Italia e, come ha scritto l’Economist, anche per l’Europa”.

Anche per Linkiesta la coppia Mattarella-Draghi  “è la garanzia di continuità dello splendido lavoro compiuto dall’attuale governo … un lavoro ancora in corso e necessario a completare le riforme che servono per ottenere i finanziamenti europei, per l’esecuzione del piano di ripresa nazionale a pandemia non ancora domata del tutto”.

Ciò detto, il commento del giornale Linkiesta si sposta poi sul versante della prospettiva politica che l’elezione di Mattarella alla presidenza della Repubblica e la permanenza di Draghi alla guida del governo aprono (o potrebbero aprire).

Dice a questo proposito il direttore Rocca:
C’è un anno di tempo prima delle prossime elezioni, utilissimo per consolidare la credibilità e l’autorevolezza italiana in attesa delle sfide della prossima stagione politica”. 
Per prefigurarla, questa stagione, per non arrivarci impreparati, bisognerebbe (approfittando della protezione che garantiscono Mattarella e Draghi fino alla scadenza naturale della legislatura) “riaggregare le forze politiche e la società italiana secondo criteri adeguati al tempo che viviamo, con Donald Trump che organizza un colpo di stato in vista del 2024 e Putin che schiera l’armata rossa ai confini europei”.
E c’è una sola strada per farlo: “ non è quella novecentesca della destra contro la sinistra, non è quella ‘strategica’ dell’allearsi a destra con i sovranisti e a sinistra con i populisti per romanizzare i barbari, anche perché poi si finisce barbarizzati. E non è nemmeno quella dell’alleanza centrista per fare da ago della bilancia tra gli estremi. …  La strada è quella di un fronte liberale e democratico contrapposto culturalmente prima ancora che elettoralmente al bipopulismo italiano dei Cinquestelle, degli orbaniani, dei trumpiani, dei putiniani, insomma dei  neo, ex, post fascisti sia rossi sia bruni”.

ORIZZONTESCUOLA  
L’introduzione delle competenze non cognitive nel metodo didattico

All’inizio di gennaio 2022 la Camera dei Deputati ha approvato (quasi all’unanimità) una proposta di legge volta ad introdurre le competenze non cognitive nel metodo didattico. Più precisamente, come recita l’art. 1 della proposta:
“Al fine di prevenire la povertà educativa e la dispersione scolastica, la presente legge prevede l’introduzione sperimentale e volontaria, nell’ambito di uno o più insegnamenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, delle competenze non cognitive, quali l’amicalità, la coscienziosità, la stabilità emotiva e l’apertura mentale, nel metodo didattico”.

Il giornale online orizzontescuola.it, l’11 01 2022, ha dedicato a questo tema un servizio che accoglie le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della presidente commissione Cultura Scienza e Istruzione della Camera Vittoria Casa, nonché una intervista all’on. Maurizio Lupi, primo firmatario della proposta.

Nella dichiarazione rilasciata dal Ministro Bianchi si legge: “Questo provvedimento contribuisce a costruire una scuola che mira alla formazione di qualità, per tutti e per ciascuno, e allo stesso tempo è luogo di relazioni. In altre parole una scuola che educa cittadine e cittadini consapevoli delle proprie capacità e inclusiva”.

Dal canto suo la presidente della Commissione Cultura ha dichiarato: “Mai come in questo momento la scuola ha il compito di ricomporre il disorientamento verso il mondo circostante delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. A loro vanno forniti gli strumenti per superare le criticità generate dalla pandemia e per potersi affermare nella vita. Oggi integrare nella didattica le competenze relative alla flessibilità, alla creatività, all’apertura mentale, alla stabilità emotiva, alla capacità di argomentare, interagire, discernere, è altrettanto fondamentale che apprendere i diversi saperi disciplinari”.

Qualche stralcio dell’intervista rilasciata dall’on. Lupi può essere utile per definire meglio l’intento politico che ha animato i promotori della proposta:

L’iniziativa vede coinvolti esponenti dei vari schieramenti parlamentari. Cosa vi ha spinto ad elaborare questa proposta di legge di iniziativa parlamentare?
“Ci ha spinto la convinzione che educazione e istruzione sono la priorità per un Paese, il primo investimento che la politica e la società devono fare se hanno a cuore la crescita umana dei giovani e la crescita economica del Paese, cioè lo sviluppo, con tutto quello che questa parola implica. Le competenze non cognitive – lo ha dimostrato un premio Nobel per l’Economia, James Heckman – sono decisive sia per la formazione integrale della persona sia per il suo inserimento lavorativo e quindi per il contributo che da adulto darà alla costruzione del bene comune”.

Rispetto alla proposta iniziale il testo ha subito diverse modifiche. Secondo lei il testo finale ha mantenuto fede all’obiettivo che vi eravate prefissati?

Ogni legislatore vorrebbe di più di quel che ottiene, ma la politica è, in senso nobile, l’arte del compromesso. E quello che abbiamo raggiunto tiene conto delle sensibilità di tutti quelli che hanno concorso alla stesura del testo e nello stesso tempo non devia dall’intento iniziale. È stato un compromesso alto.

Voi prevedete di introdurre l’insegnamento delle competenze non cognitive nelle scuole già dal prossimo anno scolastico ed è previsto un percorso di formazione per i docenti.
Con questa proposta di legge quello che finora era lasciato “al buon cuore” degli insegnanti inizia ad essere un percorso formativo voluto, finanziato, sviluppato e migliorato dal ministero dell’Istruzione. Adesso è un progetto sperimentale della durata di un triennio, ma successivamente e dopo un’attenta valutazione ministeriale, la speranza, che è anche l’intenzione dei promotori, è che diventi un percorso definitivo.
QUI per leggere il testo della Proposta di Legge.

OSSERVATORE ROMANO, VATICAN NEWS
Edith Bruck: cercare la luce senza dimenticare il buio

La scrittrice Edith Bruck, nata in Ungheria, sopravvissuta ad Auschwitz, novantenne, ha ricordato, in due interviste, all’ Osservatore Romano” e a Vatican News,  la sua esperienza nei campi di concentramento, quando a 13 anni, nel 1944, venne deportata ad Auschwitz e poi in altri sei campi. L’ultimo, Bergen-Belsen, fu quello della sua liberazione. Dell’intera sua famiglia tornerà con lei solo una sorella. Nel 1954 si trasferirà in Italia, a Roma, dove tutt’ora risiede. Ha svolto attività di scrittrice, poetessa, regista. Un anno fa, a sorpresa, papa Francesco è andata a trovarla.

Leggere le sue interviste ci serve a mantenere vive e vitali sia la nostra memoria sia la sua voce quando “sottolinea come per troppo tempo e ancora oggi in tanti non riconoscano in modo compiuto il dramma della Shoah”. Edith Bruck parla poi di giovani e anziani, dell’importanza della scrittura e lancia un messaggio ai giornalisti: raccontate anche ciò che di buono accade ogni giorno nel mondo:

“Mi sento di dire che si devono raccontare le cose positive, il bene e non solo il male. Nei miei libri ho raccontato anche le luci nel mio anno di prigionia. Non è mai nero tutto, parliamo anche di ciò che è positivo. Questo è molto importante pure per i ragazzi, quando vado nelle scuole parlo anche delle ombre di luce, di speranza. Ci sono tanti volontari, tante persone che fanno il bene. Raccontiamolo, non diamo spazio solo al male. “

Qui di seguito alcuni passaggi tratti dalle interviste rilasciate all’Osservatore Romano e a Vatican News.

In molti ancora oggi si chiedono come si sia potuto volgere lo sguardo dall’altra parte dinanzi a ciò che accadeva nei campi di concentramento. Tanti si interrogano anche sui cosiddetti nuovi lager di oggi e sull’assenza di indignazione. Lei cosa pensa?

Credo che si sapesse tutto. Lo sapevano gli americani, i tedeschi. Tanti agenti ebrei andavano in America, ma si sentivano rispondere che era impossibile. Una verità in qualche modo respinta, oppure si faceva finta di non credere per interesse politico o bellico. Anche i tedeschi hanno detto dopo la guerra che non sapevano. Ma come io vedevo loro ogni giorno, anche loro hanno visto me! Il negazionismo ha avuto inizio dopo la guerra, ma anche gli americani avrebbero potuto bombardare prima la ferrovia che portava ad Auschwitz. Si continuava a deportare anche nel febbraio del 1945, a Bergen-Belsen. I campi di oggi sono terribili, ma non li confonderei con quelli nazisti. Per me restano un’altra cosa……. 

Che effetto le ha fatto vedere in Italia, poche settimane fa, persone vestite da deportati per dire no al green pass? Una ferita che si riapre?

Una cosa vergognosa, un’oscenità. Un circo dinanzi a milioni di morti. Sono stravolta, come lo sono quando vedo le manifestazioni con bandiere naziste in Italia. Penso a Casapound, a Forza Nuova. Non dobbiamo dimenticare cosa c’è scritto nella Costituzione italiana. Il pericolo, in questo modo, avanza e lo fa in tutta Europa, di certo non solo in Italia. Si pensa, sbagliando, che la cosa non riguardi tutti, perché non tocca tutti. Questo è l’errore di sempre! Non tocca soltanto me, non riguarda qualcuno in specifico, ma l’umanità! Riguarda tutti noi ciò che accade agli esclusi, agli ultimi. Oggi non possiamo dire che non sappiamo! Oggi vediamo tutto e siamo responsabili, la cosa ci riguarda eccome…..

Usa spesso la parola “luce”. Tanto più bella perché risplende nel buio profondo e insensato dello sterminio.

Il lager era la crudeltà sistematica, il male assoluto. Eppure qualche momento di luce c’è stato. A Dachau dove lavoravamo a scavare trincee e alle traversine dei binari un soldato tedesco un giorno mi lanciò la sua gavetta perché la lavassi, ma al fondo aveva lasciato della marmellata per me. Qualche tempo dopo fummo selezionate, mia sorella e io, in un gruppo di 15 donne che avrebbero lavorato nelle cucine di un castello poco lontano dove alloggiavano alcuni ufficiali con le loro famiglie. Se non fosse stato per lo schiaffo che ogni mattina la SS ci dava senza motivo o per le impiccagioni dei ragazzini fuori del campo alle quali eravamo costrette ad assistere, furono quelli i giorni meno disgraziati della nostra vita nei lager. Una buccia, una foglia, un pezzetto di verdura, in una cucina c’era sempre qualcosa da mettere segretamente in bocca. E qui un giorno si accese un’altra luce. Il cuoco a cui stavo consegnando delle patate pulite mi chiese il nome. Dissi «Edith» con una voce sottile che tremava e lui aggiunse: «Ho una bambina della tua età». Poi tirò fuori dalla tasca un pettinino e guardando la mia testa con i capelli appena appena ricresciuti me lo regalò. Fu la sensazione di trovarmi davanti dopo tanto tempo un essere umano. Mi commosse quel gesto che era vita, speranza. Bastano pochi gesti per salvare il mondo.

CORRIERE DELLA SERA, LINKIESTA
Le purghe dei libri e la cancel culture

Da tempo l’America è scossa da guerre culturali, dice Massimo Gaggi, in un editoriale apparso sul Corriere Della Sera del 27 01 2022: dal razzismo all’aborto passando per vaccini e mascherine anti-pandemia. Guerre che non risparmiano il mondo dell’istruzione.
Il 2021 è stato un anno di scontri furibondi nei distretti scolastici degli Stati e anche tra gli attivisti che si sono fronteggiati nei school board di città e contee. Dove inveire contro la critical race theory (l’America fondata sullo schiavismo e non sulla libertà dal colonialismo britannico) o contro il white saviorism (i bianchi accusati di paternalismo da afroamericani che vedono nella loro adesione ai diritti civili delle minoranze solo un gesto di facciata) è diventato un modo per scavare trincee da dove vengono sparati tentativi di mettere al bando centinaia di libri genericamente accusati di avere contenuti osceni o di trattare i rapporti razziali e i diritti dei gay in modi non condivisi da molti”.

La guerra per epurare le biblioteche scolastiche è condotta principalmente da associazioni e gruppi conservatori, come Moms for Liberty e Parents Defending Education, e interessano stati come il Texas, la Virginia, il Kansas, lo Utah, il Wyoming e la Pennsylvania. Alle purghe invocate dai conservatori si aggiungono quelle proposte dalla sinistra radicale “vogliosa di spedire in soffitta opere letterarie in odore di paternalismo razziale come Il buio oltre la siepe di Harper Lee o Uomini e Topi di Steinbeck, mentre rischia anche Mark Twain per gli epiteti sui neri di Huckleberry Finn”.

Contro la cancel culture promossa da gruppi della sinistra radicale è recentemente scesa in campo la scrittrice latinoamericana Isabel Allende. Ce ne da notizia Maurizio Stefanini in un articolo apparso sul quotidiano online Linkiesta del 28 01 2022.

Durante la presentazione del suo nuovo romanzo “Violeta” la scrittrice cilena “ha difeso il grande poeta cileno Pablo Neruda dall’offensiva che le femministe gli hanno lanciato contro come stupratore confesso”.

L’accusa a Neruda poggia sulla interpretazione di un fatto che il poeta ha raccontato nella sua autobiografia: un incontro che lui ha avuto con una donna bellissima e misteriosa nel 1974 quando era console del Cile a Colombo, nello Sri Lanka. Il racconto fatto dal poeta (riportato da Stefanini nel suo articolo) ha il sapore di una invenzione letteraria, ma per le accusatrici non vi è dubbio: è un episodio di violenza sessuale, la confessione di uno stupro. E si sono mobilitate contro la proposta di intitolare a Pablo Neruda, premio nobel per la letteratura nel 1971, l’aeroporto internazionale di Santiago del Cile.

Le parole di Isabel Allende sulla cancel culture riportate da Maurizio Steanini:  
«Neruda confessa di aver violentato una donna e le femministe cilene vogliono eliminare Neruda, ma una cosa è l’uomo che sbaglia, e tutti sbagliamo, e un’altra cosa è il lavoro. Se nel caso di un artista come Neruda vogliamo mantenere quello che ha fatto, rivediamo la sua vita privata, ma non eliminiamo tutto, perché altrimenti nessun burattino rimarrà con la testa». Ecco il consiglio dunque ai paladini della Cancel Culture: «Non eliminiamo la storia, andiamo a rivederla in modo che sia raccontata come dovrebbe essere raccontata».

Così conclude Stefanini: “Piuttosto che al passato, Isabel Allende ha consigliato di guardare al presente. Scrittrice che anche per il cognome è spesso associata a una certa mitologia della sinistra latinoamericana, la nipote di Allende ha mostrato di condividere le preoccupazioni di chi vede in questa sinistra ormai troppe involuzioni autoritarie”. “Se ci mettiamo a tagliare teste, non resterà più nessuno”.

L’immagine in evidenza è tratta da: conoscimilano.it;
Le altre immagini sono tratte, nell’ordine, da: laguida.it; rsmcampobasso.it; varicannews.va; illibraio.it

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