rassegna stampa – 09 02 2022

Dai giornali dei giorni scorsi, una selezione di temi e notizie che richiamiamo all’attenzione

LA STAMPA, THE ECONOMIST L’Italia di Draghi tra gli esempi positivi per tutta l’Unione europea
IL SOLE 24 ORE Le società aperte, Il potere a vita di Xi Jinping e le Olimpiadi di Pechino
CORRIERE DELLA SERA, NESSUNO TOCCHI CAINO  Da 14 anni grida la sua innocenza dal braccio della morte
IL SOLE 24 ORE Gas e nucleare nella tassonomia Ue: sono investimenti sostenibili

LA STAMPA, THE ECONOMIST
L’Italia di Draghi tra gli esempi positivi per tutta l’Unione europea

Il quotidiano La Stampa del 4 febbraio ha segnalato una analisi pubblicata dal giornale inglese The Economist, edizione del 3 febbraio, dedicata allo “slancio che sta caratterizzando i paesi del sud Europa e i loro governi … fino a poco tempo fa considerati spreconi ed inaffidabili” ed ora diventati “esempio positivo per tutta l’Ue, mentre i colleghi del nord arrancano”. E in questo contesto – fa notare La Stampa – il giornale inglese “sottolinea lo spirito riformista del governo Draghi, considerato oggi l’unica forza capace di placare le acque agitate della politica italiana”.

L’analisi dell’Economist ha questo titolo: “L’Europa del Sud si sta riformando”, riferendosi in particolare a Portogallo, Italia, Grecia e Spagna ovvero i “PIGS” (acronimo formato con le iniziali dei quattro paesi e che in inglese significa maiali), come in passato sono stati etichettati dagli eurocrati e dai giornali del nord Europa, quando l’euro vacillava e questi paesi venivano considerati una palla al piede che trascinava nel fango tutta l’Europa.

Ma guardate oggi – scrive l’Economist – “la frangia mediterranea del blocco sta andando piuttosto bene. Quelli una volta bloccati nel fango all’indomani della crisi finanziaria globale ora stanno volando alto. Gli europei del sud gestiscono i loro paesi con la competenza e lo zelo riformista che troppo spesso mancano nei loro vicini settentrionali. Potrebbe essere un fuoco di paglia. Ma se persiste, cambierà la natura dell’Ue”.

Nella analisi, il giornale inglese si sofferma ad elencare i meriti dei leader che governano i paesi del sud Europa…… e le riforme che stanno portando avanti.

Del presidente del Consiglio italiano Mario Draghi dice che “la prospettiva della sua promozione alla presidenza ha rivelato la mancanza di qualsiasi altro politico che potesse tenere insieme la sua disparata coalizione. Facendo un’offerta per il posto più alto, Draghi ha sbagliato i calcoli. Ma è stato fortunato: essere visto come l’unica forza calmante nelle acque agitate della politica italiana si aggiunge alla già notevole credibilità di cui gode. E potrebbe diventare presidente in un anno o due”.

L’Economist non ignora che “le riforme hanno ancora molta strada da fare; gli avversari al cambiamento potrebbero semplicemente aspettare il loro tempo. I livelli di debito pubblico – oltre il 200% del pil nel caso della Grecia – sono preoccupanti. i pigs possono prendere prestiti a tassi bassi solo a condizione che la Bce si accapari le loro obbligazioni, una forma di generosità della politica monetaria che l’inflazione potrebbe presto rendere insostenibile. L’Italia dovrà affrontare elezioni litigiose al più tardi entro il 2023. Una tempesta di neve che ha paralizzato Atene due settimane fa ha agito come promemoria dei limiti duraturi dello stato lì. E se il Mediterraneo tornasse ad essere il fulcro di una crisi migratoria?”

“Per ora, però, il blocco meridionale si sta godendo il suo tempo al sole. …

Oltre ad essere una buona cosa in sé, una frangia meridionale in rapida crescita consente sia agli austeri che ai loro oppositori di credere che la loro politica economica preferita sia ciò che ha creato un’Europa più ricca. Mentre la discussione si trascina sul motivo per cui i pigs stanno volando, tutti possono alzare lo sguardo e godersi il panorama”. 

IL SOLE 24 ORE
Le società aperte, Il potere a vita di Xi Jinping e le Olimpiadi di Pechino

In un lungo articolo apparso sul quotidiano Il Sole 24 Ore del 03 02 2022, il miliardario filantropo George Soros preoccupato per il grave pericolo che a suo avviso corrono le socità aperte qualora l’attuale capo del Partito Comunista Cinese, Xi  Jinping, venisse ancora una volta confermato nella sua carica alla guida dello stato autoritario più potente del pianeta, racconta “una breve storia del tempo che stiamo vivendo”, per spiegare sia le ragioni della sua preoccupazione sia  (cosa che l’autore si augura fortemente) la possibilità che le ambizioni di Xi vadano deluse.

Non faremo una sintesi del lungo e interessante articolo di George Soros (al quale rimandiamo), ci limitiamo a indicare alcuni passaggi.

La caratteristica geopolitica dominante del mondo di oggi – dice Soros – è l’escalation del conflitto tra i due sistemi di governance opposti: la società aperta, in cui il ruolo dello Stato è quello di proteggere la libertà dell’individuo e la società chiusa, in cui il ruolo dell’individuo è quello di servire chi governa lo Stato. … Le società aperte liberano le energie creative e innovative delle persone, le società chiuse concentrano il potere nelle mani dello Stato a partito unico.

Quale sistema prevarrà?

Soros è convinto che “il 2022 sarà un anno cruciale per la storia del mondo”. Gli scenari del confronto-scontro tra i due sistemi sono quelli che vedono contrapposti gli Stati uniti di Joe Biden e la Cina di Xi Jinping (dal futuro di Taiwan a quello dell’Ucraina, dalla corsa agli armamenti allo sviluppo e all’uso dell’intelligenza artificiale, e così via)

E anche le Olimpiadi invernali che si svolgono in questi  giorni a Pechino vengono usate in funzione di questo scontro, nel senso che la Cina, come fece la Germania nel 1936, tenterà di usare questo spettacolo per dimostrare che il suo sistema, basato su rigidi controlli, è vincente”.

A differenza del suo predecessore Deng Xiaoping (che aprendo alla introduzione dell’iniziativa privata aveva dato avvio al grande sviluppo economico della Cina moderna) Xi Jinping è un vero sostenitore del comunismo: Mao Zedong e Vladimir Lenin sono i suoi idoli.

Secondo le regole di successione stabilite da Deng, il mandato di Xi Jinping dovrebbe scadere nel 2022. Ma Xi, ispirandosi a Lenin, ha acquisito un forte controllo sull’esercito e su tutti gli altri organi di repressione e sorveglianza. Ha accuratamente studiato il processo che lo eleverà al livello di Mao Zedong e che lo renderà autocrate a vita.

Xi però ha molti nemici, all’interno del Pcc si sta sviluppando un aspro conflitto…. Xi è sotto attacco da parte di coloro che si ispirano alle idee di Deng Xiaoping per dare un ruolo maggiore all’iniziativa privata.

La Cina deve anche affrontare una grave crisi demografica ed ha inoltre seri problemi con i vacini. I suoi sieri sono stati sviluppati per proteggere dalla variante di Wuhan, ma ormai il mondo è alle prese con altre varianti, prima Delta e ora Omicron. Quest’ultima in Cina è praticamente fuori controllo. Xi Jinping non può ammettere questo fatto mentre sta per essere nominato per il suo terzo mandato. Lo ha quindi tenuto nascosto al popolo cinese come una sua colpa segreta. Tutto ciò che Xi Jinping può fare ora è imporre una politica “zero Covid”, con severi lockdown al minimo segno di un focolaio. Ma questo ha effetti negativi sull’attività economica. …

Omicron minaccia di essere la disfatta di Xi Jinping. … che ha cercato di imporre il controllo totale ma ha fallito. Considerata la forte opposizione che ha all’interno del Pcc, la sua elevazione al livello di Mao Zedong e Deng Xiaoping potrebbe non verificarsi mai.

Dobbiamo sperare – conclude Soros – che Xi Jinping possa essere sostituito da qualcuno meno repressivo in patria e più pacifico all’estero. Ciò eliminerebbe la più grande minaccia che le società aperte devono affrontare oggi.

CORRIERE DELLA SERA, NESSUNO TOCCHI CAINO 
Da 14 anni grida la sua innocenza dal braccio della morte

È ormai vicina la data dell’esecuzione (fissata per il 27 aprile prossimo) della pena capitale per  Melissa Lucio, una donna di 52 anni accusata di aver ucciso la propria figlioletta Mariah, di appena due anni (ultima di 12 figli).
La donna era stata condannata a morte da un tribunale federale dello stato del Texas il 9 luglio 2008. Dopo 11 anni di carcere nel braccio della morte, il 29 luglio 2019 la corte d’appello federale aveva annullato all’unanimità il verdetto di colpevolezza. Ma a distanza di quasi due anni la stessa corte d’appello, nella primavera scorsa, ha ripristinato la condanna a morte di Melissa Lucio.

Il Corriere Della Sera, nella rassegna stampa del 03 02 2022, riporta all’attenzione questo caso singolare ed esemplare di quello che l’associazione Nessuno Tocchi Caino ha definito “un modello senza precedenti di sentenze avverse ai detenuti del braccio della morte del Texas”.

Nel servizio del Corriere, a firma di Riccardo Noury, si legge: “Lo stato del Texas non ha mai presentato prove materiali sulla sua colpevolezza. Il Servizio per la protezione dei bambini contiene migliaia di pagine che dimostrano che la donna non ha mai commesso alcun atto di violenza sui suoi 12 figli. Nel processo del 2008 terminato con la condanna a morte, in assenza di altre evidenze, è stata presentata come prova una dichiarazione di colpevolezza sottoscritta da Lucio al termine di cinque ore di duro interrogatorio, condotto da personale armato e iniziato la stessa notte in cui Mariah era deceduta. Il pubblico ministero, Armando Villalobos, in piena campagna per la sua rielezione, chiese alla giuria di esprimersi a favore della pena capitale. Oggi sta scontando una condanna federale a 13 anni di carcere per estorsione e corruzione”.

Nella ricostruzione del caso fatta dall’associazione Nessuno Tocchi Caino si legge: “La donna, madre di 12 figli, durante un lunghissimo interrogatorio aveva ammesso di aver qualche volta ‘sculacciato’ la bambina, ma mai di averla maltrattata, e che la morte della bambina era dovuta ad un incidente. Quando la polizia ha minacciato di arrestare il marito, Roberto Antonio Alvarez, la donna avrebbe detto ‘no, lui non c’entra niente, la responsabilità è mia’.
La Corte d’appello (alla quale l’avvocato della donna aveva fatto ricorso –ndr-) aveva annullato non solo la condanna a morte ma anche il verdetto di colpevolezza perché alla difesa non era stato consentito di far testimoniare uno psicologo che avrebbe dovuto spiegare che il carattere remissivo della donna, maltrattata dal marito, la portava sempre a prendersi la responsabilità di qualsiasi cosa avvenisse in casa”. … “Inoltre la Corte d’appello aveva preso atto di una nuova perizia medica che dichiarava che le lesioni sulla bambina sarebbero più compatibili con una caduta dalle scale che con delle percosse
”.

La pubblica accusa ha fatto ricorso. Il tribunale ha accettato il ricorso ed alla fine “ha annullato l’annullamento. La sentenza è motivata sostanzialmente con questioni procedurali riguardanti i termini con cui era stata aggiunta la testimonianza favorevole alla Lucio”.

IL SOLE 24 ORE
Gas e nucleare nella tassonomia Ue: sono investimenti sostenibili

Il quotidiano Il Sole 24 ore del 02 02 2022, con un articolo del giornalista Beda Romano, ha illustrato la “proposta di atto delegato” con la quale la Commissione europea intende “classificare le fonti di energia verdi e convogliare miliardi di euro in investimenti”.

Dopo “un lungo tira e molla” la Commissione è giunta ad una decisione che “rischia di lasciare strascichi polemici”: “il testo stabilisce che gas e nucleare sono entrambi fonti di transizione, utili quindi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”

La commissaria agli affari finanziari Mairead McGuinness ha precisato: “Questa classificazione non è uno strumento di politica energetica a livello europeo, ma piuttosto intende offrire utili punti di riferimento al settore finanziario. Le scelte energetiche rimangono nelle mani dei governi”.

Il fatto che nella “tassonomia” europea siano presenti gas e nucleare ha suscitato varie critiche: “hanno protestato sia i paesi contrari al nucleare, per la presenza dell’energia atomica, sia i paesi utilizzatori di gas, per via di parametri troppo restrittivi”. Ma Bruxelles considera la decisione intrapresa “un compromesso basato sulla scienza, pragmatico e responsabile”.

L’obiettivo della Commissione –riferisce sempre Beda Romano – è quello di avere entro il 2035 solo impianti funzionanti con carburante ecologico. Per quanto riguarda il gas i parametri fissati sono stringenti: le centrali a gas sono considerate verdi se emettono meno di 100 grammi di Co2 per kWh. Per il nucleare, viene precisato, le centrali producono soprattutto scorie con livelli minimi di radioattività. Impianti nucleari di terza generazione devono ricevere i permessi di costruzione prima del 2045 per ottenere un’etichetta di investimento verde, ed essere situati in un paese con piano e fondi per smaltire in sicurezza i rifiuti radioattivi entro il 2050.

Ora la proposta della Commissione dovrà essere ratificata dal Consiglio e dal Parlamento: “Entrambe le istituzioni possono respingerlo, il primo a maggioranza rafforzata, il secondo a maggioranza semplice”.
Dice, in conclusione, il giornalista del Sole 24 Ore che, stando a quanto spiegava nei giorni scorsi un diplomatico, “non c’è una maggioranza contro il nucleare e neppure una maggioranza contro il gas. Quindi la Realpolitik dovrebbe avere la meglio, tenuto conto degli ambiziosi obiettivi ambientali”.

(In successive rassegne avremo modo di occuparci, in particolare, delle critiche che l’atto delegato ha suscitato e continua a suscitare)

L’immagine in evidenza è tratta da conoscimilano.it
Le altre immagini sono tratte, nell’ordine, da: economist.com; linkiesta.it; glipsicologi.it

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