ELEZIONI USA
Il voto dei cattolici /2

Lo smarrimento dei fedeli

Accanto alla scelta più o meno tacita della maggioranza dei vescovi americani, un’altra spiegazione del voto cattolico a favore di Trump è lo smarrimento dei fedeli.
Con simili “pastori d’anime” il popolo cristiano è cresciuto nella conferma delle norme immutabili dell’ortodossia medievale di Benedetto XVI (coi suoi “principi non negoziabili” che impedivano una qualsiasi mediazione con il pensiero altrui), neppure minimamente scalfita dal “discernimento” di Francesco, e nella assoluta ignoranza dei cambiamenti registrati dopo il Vaticano II nella teologia, nella morale, nel rapporto con le altre fedi.

La linea politica di Trump, tanto povera ed elementare da essere accessibile a tutti, semplice come la differenza tra il bianco e il nero, aggressiva e diretta come lo sono gli insulti, ha facilmente seminato sopra il terreno predisposto di un cattolicesimo arretrato.
Esso si è dimostrato fertilissimo alle sue parole d’ordine – in particolare quelle sulla difesa della Vita contro l’aborto – le quali sono state il catalizzatore vincente per dividere le masse cattoliche e farne emergere gli aspetti più retrivi, fino al fanatismo irrazionale del fondamentalismo religioso, la rivincita dell’elemento patriarcale e maschilista (presente nella Bibbia interpretata dai tradizionalisti), e l’ostentazione del lusso come atteggiamento da apprezzare, magari invidiare, ma non giudicare per quello che spesso è, vuota superficialità.

Oggi, negli Usa e in Europa, non c’è più una unica tipologia di Chiesa e di fedele cattolico, ma si scontrano due chiese, due letture dei testi sacri, due modalità di intendere la società e la vita, distanti perché separate.
Padre Antonio Spadaro (teologo e direttore della rivista La Civiltà Cattolica) giustamente ha indicato nell’ “ecumenismo dell’Odio” promosso da Trump la sua proposta complessiva, fatta propria da una parte dei cattolici e degli evangelici: odio che equipara la donna che abortisce ad un feroce assassino ed è lo stesso odio che accetta la condanna a morte nel codice penale, l’odio che vuole “predicare un vangelo della ricchezza (il prosperity Gospel), ostile ai migranti, suprematista, sintonizzato col cattolicesimo antipapale, peloso verso l’ebraismo, analfabeta davanti all’Islam”.

Assieme a Marcelo Figueroa, pastore della Chiesa Presbiteriana argentina, padre Spadaro ha analizzato le caratteristiche del fondamentalismo americano, le cui componenti concettuali si ritrovano, perfino identiche linguisticamente, negli scritti dei nostri cattolici tradizionalisti italiani.
Il fondamentalismo cristiano (statunitense ed europeo) è apocalittico nella demonizzazione dell’avversario e politicamente si schiera con coloro che si esprimono in termini manichei, come “il presidente Trump, che indirizza la sua lotta contro un’entità collettiva genericamente ampia, quella dei “cattivi” (bad) o anche “molto cattivi” (very bad)”.
Scrivono Spadaro e Figueroa:

Alcuni che si professano cattolici si esprimono talvolta in forme fino a poco tempo fa sconosciute alla loro tradizione e molto più vicine ai toni evangelicali…L’universo di convergenza ecumenica, tra settori che paradossalmente sono concorrenti in termini di appartenenza confessionale, è ben definito. 
Quest’incontro per obiettivi comuni avviene sul terreno di temi come l’aborto, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, l’educazione religiosa nelle scuole e altre questioni considerate genericamente morali o legate ai valori. Sia gli evangelicali sia i cattolici integralisti condannano l’ecumenismo tradizionale, e tuttavia promuovono un ecumenismo del conflitto che li unisce nel sogno nostalgico di uno Stato dai tratti teocratici.
La prospettiva più pericolosa di questo strano ecumenismo è ascrivibile alla sua visione xenofoba e islamofoba, che invoca muri e deportazioni purificatrici”.

L’immagine in evidenza è tratta da acistampa.com
Le altre immagini sono tratte da: civico20news.it

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