Dio li fa e poi li accoppia

Ci siamo già occupati di Monsignor Viganò (“La pandemia del coronavirus secondo i tradizionalisti”), accennando anche a certi comportamenti poco cristiani, come risulta dall’ articoli del “Giornale” e da quello di “Avvenire”.

Nel mese di giugno il Monsignor è tornato al centro delle informazioni dei mass media con la pubblicazione della sua lettera al presidente Trump.

Ci soffermiamo brevemente sulla interpretazione – semplice e semplificatrice – della attuale situazione politica, compiuta da Monsignore. A suo parere, l’umanità tutta si divide nettamente in due parti: ci sono da un lato i figli della Luce, cioè Trump ed i suoi elettori, i sovranisti europei, i tradizionalisti cattolici e cristiani, assieme ai politici e a coloro che vogliono far diventare legge la morale cattolica e tornare allo Stato confessionale; dall’altro ci sono i figli delle Tenebre, cioè i poteri occulti dell’economia, della finanza e della politica, la massoneria mondiale, i relativisti in campo etico, e tutti costoro mirano alla “dissoluzione sociale” e a creare un “mondo senza libertà”.

Le caratteristiche dei due schieramenti sembrano tratte, a causa di questa contrapposizione totale, da un racconto di fantascienza degli anni cinquanta, con i bravi terrestri schierati a difesa del Pianeta e gli alieni malvagi e violenti, all’attacco per schiavizzare la Galassia. Scrive Viganò:

Da una parte vi sono quanti…sono animati dal desiderio di compiere il bene, essere onesti, costituire una famiglia, impegnarsi nel lavoro, dare prosperità alla Patria, soccorrere i bisognosi e meritare, nell’obbedienza alla Legge di Dio, il Regno dei Cieli; dall’altra si trovano coloro che servono se stessi, non hanno principi morali, vogliono demolire la famiglia e la Nazione, sfruttare i lavoratori per arricchirsi indebitamente, fomentare le divisioni intestine e le guerre, accumulare il potere e il denaro…”.

I protagonisti sono talmente stereotipati da diventare macchiette: i primi sembrano non umani ma figure angeliche (certo costringe al sorriso sentire Monsignor Viganò parlare di onestà e di amore per la famiglia, visti i suoi precedenti); i secondi sono invece esseri sinceramente ripugnanti e talmente malvagi che non stupirebbe se fossero anche esteticamente disgustosi. “Due realtà contrapposte” scrive il Monsignore “eterne nemiche come lo sono Dio e Satana”. Proprio così: i due eserciti che si fronteggiano non possono che essere simili ai loro generali – Dio e il Diavolo – celestiali gli uni ed infernali gli altri così come erano illustrati, negli antichi quadri, i beati, miti e sorridenti nel luminoso Paradiso, ed i dannati dalle facce deformate, urlanti tra le fiamme.

In definitiva l’analisi ricorda molto da vicino il battagliero sermone di un qualche fraticello all’epoca delle crociate nel XII secolo, oppure il discorso infuocato di un predicatore millenarista che invita la plebe a redimersi in vista dell’imminente Apocalisse. Infatti il pensiero di Monsignor Viganò possiede la straordinaria capacità di fermare il tempo e di trasportarci dentro i lunghi secoli del feudalesimo, nell’epoca in cui, nell’Europa cristiana, l’origine del Creato e dell’umanità erano spiegate consultando la Bibbia, le forze della natura erano regolate da una Divinità benevola certe volte,  severa in altre occasioni, ma sempre giusta, le malattie e le epidemie erano frutto del peccato, la donna era considerata, alla luce della dottrina aristotelico-tomista, “un essere umano incompleto”, non autorizzato a ricoprire il ruolo di sacerdote. Non solo: in campo politico l’Europa presentava le diverse forme di organizzazione statale dipendenti dal riconoscimento della Chiesa di Roma, perché il potere proveniva da Dio ed era legittimo se riconosciuto tale dal suo Vicario in terra.

Queste componenti politico/culturali del sistema sociale medievale rappresentano ancora oggi l’ideale programmatico di Monsignor Viganò, ben convinto che si tratti del vero messaggio del Vangelo.

 L’analfabetismo culturale di una fetta ampia della popolazione degli Usa, incapace di discriminare tra la teoria dell’evoluzione scientificamente accertata ed il creazionismo della fede, consente in parte di capire perché sia stato eletto Trump e perché costui abbia ringraziato, senza alcuna perplessità, il Monsignore per gli acuti concetti espressi nella lettera.

Questo fatto quindi non ci stupisce e neppure ci meraviglia la presenza, nel mondo cattolico e protestante, di una consistente massa di fedeli che hanno, come loro riferimento, la visione del mondo di Monsignor Vigano e più in generale dei tradizionalisti.

Perché sorprenderci quando i due pontefici precedenti a papa Francesco, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (al potere per 35 interminabili anni), hanno diffuso e cercato di imporre ovunque nel mondo quella forma di cristianesimo sostanzialmente espressa da Monsignore Viganò?
La differenza tra loro sta nel fatto che Monsignor Viganò usa un linguaggio più diretto, meno misurato ed articolato rispetto a quello del teologo Ratzinger, restando immutati però lo stesso fondamentalismo religioso e la stessa chiusura mentale nei confronti della realtà odierna.

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