In nome della fratellanza: il viaggio di Papa Francesco negli Emirati

Il viaggio apostolico di papa Francesco negli Emirati arabi uniti (3-5 febbraio 2019) ha prodotto un importante testo, cioè il “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” del quale riportiamo alcuni dei passaggi più significativi.

 “In nome della fratellanza umana che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali. In nome di questa fratellanza lacerata dalle politiche di integralismo e divisione e dai sistemi di guadagno smodato e dalle tendenze ideologiche odiose, che manipolano le azioni e i destini degli uomini. In nome della libertà, che Dio ha donato a tutti gli esseri umani, creandoli liberi e distinguendoli con essa. In nome della giustizia e della misericordia, fondamenti della prosperità e cardini della fede. In nome di tutte le persone di buona volontà, presenti in ogni angolo della terra. In nome di Dio e di tutto questo, Al-Azhar al-Sharif – con i musulmani d’Oriente e d’Occidente –, insieme alla Chiesa Cattolica – con i cattolici d’Oriente e d’Occidente –, dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio”. …
Il dialogo, la comprensione, la diffusione della cultura della tolleranza, dell’accettazione dell’altro e della convivenza tra gli esseri umani contribuirebbero notevolmente a ridurre molti problemi economici, sociali, politici e ambientali che assediano grande parte del genere umano”.

Il Documento, nel condannare in modo chiaro e netto l’estremismo, l’integralismo e il fondamentalismo, indica in questi mali la radice dell’agire violento contro se stessi e contro gli altri:
Noi, pur riconoscendo i passi positivi che la nostra civiltà moderna ha compiuto nei campi della scienza, della tecnologia, della medicina, dell’industria e del benessere, in particolare nei Paesi sviluppati, sottolineiamo che, insieme a tali progressi storici, grandi e apprezzati, si verifica un deterioramento dell’etica, che condiziona l’agire internazionale, e un indebolimento dei valori spirituali e del senso di responsabilità. Tutto ciò contribuisce a diffondere una sensazione generale di frustrazione, di solitudine e di disperazione, conducendo molti a cadere o nel vortice dell’estremismo ateo e agnostico, oppure nell’integralismo religioso, nell’estremismo e nel fondamentalismo cieco, portando così altre persone ad arrendersi a forme di dipendenza e di autodistruzione individuale e collettiva”.
Il documento sottoscritto il 4 febbraio ad Abu Dabhi da Papa Francesco e dall’imam Ahmad Al-Tayyeb guida prestigiosa di Al-Azhar segna una tappa fondamentale nel percorso di conoscenza reciproca tra due mondi troppo spesso separati e a lungo divisi.
Il testo nella sua interezza può essere letto qui.

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