"FRATELLI TUTTI" E I TRADIZIONALISTI
Una banalità, una provocazione e perfino una eresia

“…Se è vero che tutti gli uomini sono creati ad immagine di Dio, è altresì vero che la fede in Cristo costituisce motivo di divisione, che mal si confà al definirci – sic et simpliciter – fratelli tutti…non posso non interrogarmi sul significato di vari passi evangelici, tra cui il Prologo del Vangelo di Giovanni: “Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati”. Ecco, parrebbe di capire che, in questo senso, non siamo tutti fratelli perché non siamo tutti figli di Dio, ma sono figli di Dio soltanto coloro che credono nel nome di Cristo, i cristiani…”

Vorrei ricordare un piccolo particolare a proposito di fratelli. L’unica famiglia sopravvissuta al diluvio fu quella di Noè il quale aveva tre figli, che ovviamente erano fratelli. Ma mentre Sem e Iafet furono benedetti dal padre, Cam e la sua discendenza furono maledetti. Questo non vi dice niente? Chi sono i camiti maledetti?

“Un’altra di queste encicliche di papa Bergoglio che fa sentirsi male, cupo nel leggere anche solo pochi brani. Giacché sembra di evitare con cautela di nominare Gesù Cristo, in cui i fedeli realmente diventano fratelli tramite la grazia, uno si domanda se questa enciclica forse non è scritta per i cattolici, ossia per i cristiani, ma sì per tutti gli altri?!

Concordo. Mi ha fatto già stare male solo il titolo…”

“Gesù stesso invita a scuotere la polvere dei sandali delle case nelle quali non venga accolta la Sua Buona Novella…I cattolici hanno bisogno della Santissima Trinità, Unico Dio, non di idealità e fratellanze massoniche subdolamente passate per messaggio Cristiano! Sacrosanto l’amore per i fratelli, non certo per i fratelli massonici…”

“…Sono della “vecchia guardia “. Ma io mi ricordavo che dal vecchio catechismo della Chiesa Cattolica di una volta noi eravamo tutti fratelli purché in Cristo cioè nella Chiesa Cattolica…A me questa storia del tutti fratelli non mi convince…”

Abbiamo riportato una piccola serie di commenti a “Fratelli Tutti”, ripresi da uno dei tanti blog dei tradizionalisti ed espressi ancor prima che fosse stata diffusa l’enciclica. È bastato il titolo per far emergere la distanza di questa fascia di cattolici dalla Chiesa di Francesco. L’Enciclica viene letta a volte come una banalità, a volte come una provocazione e persino come una eresia da coloro che ne vogliono esorcizzare il contenuto.

Alcuni aspetti vanno comunque sottolineati:

1) I tradizionalisti utilizzano il Vangelo (primo intervento), l’Antico Testamento (secondo intervento), il Catechismo (ultimo intervento) perché questi testi consentono – utilizzando una metodologia interpretativa ad hoc, cioè finalizzata a enucleare un ben determinato punto di vista ed escluderne altri – di sostenere la loro tesi. Un esempio clamoroso di come gli stessi testi possano far partorire conclusioni diametralmente e radicalmente opposte si è avuto nel dibattito a distanza tra papa Francesco e il grande teologo, apprezzato da Benedetto XVI, cardinal Dulles, sulla pena di morte (vedere “Sintesi del dibattito sulla pena di morte”). Entrambi, Francesco e Dulles, hanno letto l’Antico Testamento, i Vangeli, i testi della Tradizione e della storia della Chiesa e dei papi per poi giungere a formulare la condanna della pena di morte, per uno, e l’ammissibilità della stessa, per l’altro.

2) Per poter decidere in merito alla validità e alla adesione alla verità evangelica di una o di un’altra tesi, fare appello alla Tradizione (l’interpretazione nel corso dei secoli dei Padri e Dottori della Chiesa) e ai pronunciamenti dei Papi non ci aiuta. Infatti non vi è affatto una voce univoca (“l’ermeneutica della riforma nella continuità” di Benedetto XVI è fallita di fronte alla storia, la quale ammette oggi solo cambi di paradigma) ed è sempre possibile trovare qualche brano nei testi antichi a sostegno o contro la propria ipotesi.

3) I cristiani volenterosi e impegnati (escludendo quindi quelli che accettano la fede per spirito gregario o per pigrizia mentale) sono quindi liberi di usare il proprio senso di responsabilità nello scegliere da che parte stare, con la Chiesa di papa Francesco o con quella dei Tradizionalisti. Non vi è certezza “scientifica” nella lettura dei testi, neppure dei Vangeli, che ci possa garantire la bontà della nostra decisione, a livello teorico. Semmai a livello di ragion pratica, (quella di Kant) che ci indica come dobbiamo agire, possiamo trovare dei buoni motivi per rifiutare la logica dei tradizionalisti cogliendone tutta la grettezza e l’inconsistenza.

Certo, per molti di noi che percepiscono Gesù come portatore di una proposta molto speciale, è decisiva l’identificazione istintiva, spontanea, da parte del cuore, ed è quella che fa pendere la bilancia verso la scelta di Francesco.

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