Papa Francesco eretico? Il fondamentalismo religioso sposa il fondamentalismo politico

Più di sessanta tra studiosi laici ed ecclesiastici accusano Papa Francesco di eresia in una Lettera Aperta rivolta ai vescovi della Chiesa cattolica, resa pubblica attraverso la stampa già dai primi di maggio. “Prendiamo questa iniziativa come ultima risorsa per contrastare i danni causati ormai da diversi anni dalle parole e dalle azioni di Papa Francesco che hanno generato una delle peggiori crisi nella storia della Chiesa cattolica” scrivono i firmatari, che non escludono la possibilità di uno scisma.

La Lettera è una ulteriore fase di un processo iniziatosi nel 2014, quando da poco eletto Francesco, l’ala tradizionalista e fondamentalista del cattolicesimo cominciò a guardare con sospetto crescente le iniziative di apertura del Papa. Francesco infatti si è spostato dalla rigidità irragionevole dei predecessori Ratzinger e Wojtyla per elaborare invece una diversa pastorale, un diverso messaggio. Da una parte, nella valutazione concreta dell’azione ecclesiastica, papa Bergoglio ha scelto la via del “discernimento” (la comunione ai divorziati); dall’altra parte, in campo ecumenico, la strada dell’incontro su ciò che unisce le religioni e non il conflitto su ciò che le divide: alle calunnie di Manuele Paleologo – che invece il suo predecessore Benedetto XVI aveva privilegiato – papa Francesco ha preferito il Documento sulla Fratellanza.

In particolare, quest’ultimo testo, uno straordinario passo avanti in direzione della conoscenza reciproca e della maturazione della pace, si contrappone radicalmente alla concezione dello “scontro di civiltà” tra islam e cristianesimo, che invece viene spesso proposto dal fanatismo religioso e politico,  e quindi mette in discussione la politica di un blocco composito, formato da settori ultra conservatori americani ed europei, dalle frange dei movimenti neo fascisti, dalla componente più esasperata del tradizionalismo religioso (quelli di “Lepanto”, per intenderci). Aggiunge Paolo Rodari su “Repubblica”: “In Vaticano c’è consapevolezza che alcune di queste critiche sono pilotate dal mondo conservatore statunitense che vede in Francesco un ostacolo alle proprie politiche sociali ed economiche; inoltre le aperture del Papa sui migranti ed anche le parole spese sui temi ambientali contro le lobby del petrolio infastidiscono profondamente.”

“E’ in corso una sostituzione etnica all’interno del cristianesimo, da religione razionale e partner dell’occidente in pace a fideismo irrazionalista, identitario e infine violento”: questo grido di allarme, per essere efficace e coerente, deve prendere le distanze dagli ideologi dello “scontro di civiltà”, riconoscere l’esistenza di un Islam moderato e appoggiare tutte le iniziative che vadano nella direzione di un suo rafforzamento.

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