DIECI ANNI DI PONTIFICATO DI PAPA FRANCESCO
È necessario sottrarsi alle narrazioni fondamentaliste e apocalittiche

Continuiamo,  attraverso la lettura del libro di padre Spadaro “L’Atlante di Francesco”, la ricostruzione dei temi che hanno caratterizzato il suo episcopato.

Ci sembra urgente contrapporre alla propaganda apocalittica del cattolicesimo nazionale (quella che fa capo a Radio Maria) il punto di vista critico e radicalmente alternativo rappresentato dal pensiero e dall’opera di papa Bergoglio. Urgente perché vi è un “matrimonio”, in corso già da tempo, tra questa interpretazione fondamentalista del cristianesimo e la ideologia politica della destra populista, le quali si sono saldate sullo stesso programma di estremizzazione delle differenze e di logica conflittuale.

Da una parte abbiamo, a livello italiano ed internazionale, una destra demagogica che, ripetendo il collaudato slogan “Dio, Patria, Famiglia”, lo contrappone ad ogni possibile sviluppo di una società laica globalizzata, e perciò recupera la bandiera del Dio crociato ed anti-ecumenico, della famiglia “naturale” contro ogni possibile deviazione, della patria intesa come chiusura all’idea forte di una Europa unita anche sui nuovi diritti di cittadinanza.

Dall’altra parte vi è il variegato mondo religioso delle diverse correnti cristiane evangeliche (soprattutto nord americane), ortodosse, cattoliche e infine islamiche, spaventate dai cambiamenti che propone l’incontro con popoli e culture diverse e terrorizzate da tutto ciò che mette in discussione la loro lettura della Bibbia e del Corano: per esempio, le tematiche legate alla sessualità, al fine vita, al ruolo della donna, al rapporto religione/istituzioni pubbliche, devono per costoro essere confermate dalla antica Tradizione, quella della società medievale, con i suoi ruoli sociali e con le libertà definite dalla Chiesa o dagli imam di turno.  

Il connubio tra l’ideologia politica sovranista e la modalità religiosa teocratica ha visto il loro confluire parallelo nell’uso dello stesso linguaggio, mediato solo superficialmente da qualche specificità. Denunciano entrambe, infatti, l’esistenza di un deprecabile Mondo senza Dio, relativista e materialista, senza più i valori e senza l’identità che caratterizzavano le mitiche società del passato; in particolare, i teologi dell’Apocalisse segnalano la imminente resa dei conti – annunciata dalle profezie di Maria o di qualche veggente –   delle truppe celesti di cui fanno parte, assieme ai “buoni”, contro l’esercito del Mondo Satanico degli atei, massoni, relativisti, illuministi, degenerati, corrotti (qualcuno aggiunge anche le “conventicole finanziarie ebraiche”).

A loro volta, i teorici della destra populista propongono la netta separazione dei propri elettori, favorevoli ad uno stato sempre più accentratore e sempre meno liberale, dal resto del paese, ed a livello internazionale riprendono il tema della lotta tra il Mondo del Bene e i Rappresentanti del Male. Menzioniamo a questo proposito il pensiero di Steve Bannon, consigliere di Trump, e quello di Alexander Dugin, sostenitore di Putin, accomunati entrambi dall’ideologia sovranista e ultraconservatrice. È la loro una concezione della politica che punta alla “polarizzazione” delle posizioni per potersi realizzare nello scontro tra le parti, mentre la politica dovrebbe essere “negoziazione” che punta alla mediazione delle differenti posizioni.

Per questa destra è fondamentale trovare l’appoggio e il sostegno di un clero bendisposto perché interessato agli inevitabili privilegi che potrà avere in termini di potere. E, viceversa, al clero tradizionalista serve un sistema politico che recuperi la logica del “concordato”, abbandonando l’effettiva laicità dello stato.

Qual è la posizione di papa Francesco?

Le radici etniche, identitarie, arroganti e vendicative di ogni ideologia apocalittica sono semplicemente il contrario del cristianesimo – afferma Francesco – ed è necessario sottrarsi alle narrazioni fondamentaliste e apocalittiche abbigliate di paludamenti religiosi. Francesco decisamente si oppone al pensiero di tendenze politiche e religiose che sostengono una geopolitica apocalittica dello scontro finale perché, secondo lui, la comunità dei fedeli non può essere la comunità di fanatici combattenti. “E non si deve dimenticare che la teopolitica propagandata dall’Isis si fonda sul medesimo culto di un’apocalisse da affrettare quanto più possibile. Non è un caso che George W. Bush sia stato riconosciuto come un «grande crociato» proprio da Osama bin Laden e simili dinamiche alimentano la teologizzazione sacrilega dell’invasione russa dell’Ucraina”, aggiunge padre Spadaro.

Quale risposta alla deriva politica e religiosa degli apocalittici?

A parere di padre Spadaro, Francesco sta cercando di promuovere una Chiesa come segno di contraddizione in un mondo assuefatto all’indifferenza perché, secondo lui, non sa di essere composto da figli dello stesso Padre, quindi di essere abitato da tutti fratelli.

La missione della Chiesa di Francesco appartiene soprattutto all’educazione di un nuovo punto di vista, cioè nel riconoscimento dell’”altro”. Un esempio chiaro di questa azione è stata la firma insieme al grande imam di Al-Azhar, del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, evento avvenuto ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019. “Per i due firmatari, l’uomo non si salva da solo, come direbbe un’etica laica, illuminista, radicale o borghese”, aggiunge padre Spadaro, e questo concetto introduce la necessaria presenza di Dio non solo nella morale, ma anche nella cultura, nella politica, nella società (approfondiremo il tema in altro articolo).

La fratellanza -fondata sul Padre comune a tutti gli umani- non è un dato meramente emotivo, sentimentale o puramente di fede, ma ha un valore anche politico e porta a riflettere sul significato di cittadinanza, allargandola a tutti gli umani, indipendentemente da ogni altra differenza. In un tempo segnato da muri, odio e paura indotta, il messaggio di Francesco, secondo padre Spadaro, capovolge la logica del conflitto. Francesco lo ha dichiarato ancora nel 2020: “La paura è spesso fonte di conflitto…sfiducia e paura aumentano la fragilità dei rapporti e il rischio della violenza».

Bisogna rompere la «logica morbosa» della paura, dunque.
Perciò l’approccio di Francesco è sovversivo rispetto alle teologie politiche apocalittiche che si vanno diffondendo sia nel mondo islamico che cristiano. La direzione per evitare il baratro dell’Apocalisse è tracciata in una frase del Documento di Abu Dhabi: «La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare».

La “fratellanza” per Francesco è la vera sfida all’Apocalisse e su questo tema dedicherà una enciclica. La “fratellanza”, infatti, rappresenta la via per realizzare lo scopo della diplomazia, che, per papa Francesco, consiste nell’ “aiutare a mettere da parte i dissapori della convivenza umana, favorire la concordia e esperimentare come possiamo riscoprire il senso dell’unità profonda della realtà” (Discorso del 2022 al corpo Diplomatico presso la santa Sede).

I Vescovi di Roma spesso si sono divisi tra coloro che si contrapponevano pregiudizialmente al Mondo in nome della Fede e coloro che, sempre in nome della Fede (articolata in modo diverso) cercavano innanzitutto di ascoltare il Mondo empaticamente; l’azione pratica promossa dal pensiero di Francesco appartiene a questo secondo gruppo.

L’immagine in evidenza è tratta da: wheremagicchappens.it
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