2019 l’anno del dialogo
IN PAKISTAN IL 2019 SARÀ L’ANNO DELLA LOTTA AL FONDAMENTALISMO DA PARTE DELL’ISLAM E L’ANNO DEL DIALOGO DA PARTE DELLA CHIESA CATTOLICA
Il Pakistan, ufficialmente Repubblica islamica del Pakistan, è il sesto stato più popoloso, con una popolazione superiore ai 209 milioni di persone. Possiede la settima forza armata del mondo per grandezza e detiene armi nucleari, unica nazione nel mondo islamico. In esso il fondamentalismo musulmano è molto forte e presente anche tra vasti settori della popolazione. Eppure in questa difficile e complicata realtà l’Islam moderato reagisce: nella capitale più di 500 predicatori islamici pakistani hanno firmato, all’inizio di quest’anno, la Dichiarazione di Islamabad contro il terrorismo islamico, le violenze compiute in nome della religione e le “fatwa” emanate dagli ulema radicali.
Soprattutto il documento riconosce che il Pakistan è un paese multietnico e multi religioso. Padre Bonnie Mendes, sacerdote cattolico pakistano di Faisalabad, già coordinatore regionale di Caritas Asia, come è riportato da L’Osservatore Romano del 9 gennaio 2019 (da cui traiamo le informazioni contenute in questo post) ha definito l’evento «un passo nella giusta direzione». Anzi, ha aggiunto, «dobbiamo svilupparla per migliorare l’immagine del paese. Questa è la via da seguire: governo e opposizione devono collaborare per legiferare su buone politiche, mentre società civile, comunità religiose e tutta la cittadinanza devono lavorare insieme per il progresso sociale, civile e culturale del nostro paese».
Effettivamente si tratta di una svolta storica per la Repubblica islamica, dove frequentemente si sono verificati attentati contro le minoranze cristiani, ma anche contro sette considerate “infedeli”, come gli ahmadi e gli sciiti. I sette punti del documento sono riportati nel citato articolo dell’Osservatore Romano, al quale rimandiamo per avere una informazione più completa.
Intanto, nell’arcidiocesi di Lahore, la seconda città del Pakistan dopo Karachi, è stato promosso per il 2019 l’anno del dialogo. Come ha spiegato l’arcivescovo Sebastian Francis Shaw: «Dio avvia un dialogo con l’umanità e noi, sue creature, dobbiamo promuovere il dialogo a tutti i livelli e in tutti i contesti: il dialogo tra marito e moglie, dialogo tra genitori e figli per rafforzare i legami dell’amore in famiglia; il dialogo tra sacerdoti e gruppi parrocchiali e consigli pastorali; un dialogo con persone di altre fedi e religioni». Verrà dato largo spazio, conclude l’organo del Vaticano, al dialogo interreligioso, in particolare a quello islamo-cristiano.
Il messaggio di Papa Francesco va avanti.
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