Ricordiamoci che il popolo aveva scelto Barabba

In merito al voto dei cattolici che hanno scelto Salvini, gli interventi più diversi, da quelli dei Tradizionalisti fino a Matzuzzi del Foglio, individuano una sconfitta o almeno una debolezza nella “politica sociale” di Francesco, che non ha saputo convincere i propri figli a seguirlo sulla strada dei “ponti” opposti ai “muri”.

Il Presidente della Fondazione Lepanto, Roberto de Mattei, ha dichiarato che “il leader politico (Salvini) riconosce il primato della religione e della morale sulla politica”. … “Non è casuale che Salvini sia apparso davanti alle telecamere con il crocifisso in mano. Il messaggio di Salvini suona come rimprovero al Papa. Ecco perché gli elettori hanno apprezzato. Il vero grande sconfitto di queste elezioni è Papa Francesco, che ha abdicato al suo ruolo…”

Tre semplici considerazioni.
Innanzitutto il messaggio di quel tale vissuto oltre duemila anni fa in Galilea e poi crocifisso è un messaggio di speranza ma anche di grande responsabilità: è un messaggio esigente, che invita ad una attenzione all’“altro”, perfino al nemico, così totale da presentarsi come un evento straordinario nella storia umana. La stessa sensibilità e attenzione Gesù richiede da chi si dichiara suo seguace. Certo, questa è una interpretazione ma non l’unica del suo messaggio. Nella storia della Chiesa accanto a un Francesco d’Assisi, cattolico ortodosso, è possibile incontrare spesso anche un frate Cipolla delle Novelle del Boccaccio. Si tratta di scegliere da che parte stare.

In secondo luogo parte dell’elettorato cattolico che ha votato Salvini e Salvini compreso evidenziano la loro ignoranza completa riguardo al contenuto esplicitato da Gesù nel Vangelo; che il cattolicesimo fosse per molti italiani un rito simbolico da “usare” per il matrimonio, il battesimo e in caso di morte è un fatto così noto che le stesse elezioni possono confermare. Il bacio di Salvini, come il segno della croce dei calciatori e il crocifisso al collo di certi personaggi, tutti gesti pubblici e ostentati a scapito della preghiera silenziosa e intima, non sono, di per sé, gesti di autentica religione, assomigliano più alle superstizioni antiche (per carità, accettabili comunque, contenti loro) che non al sacro rito da rivolgersi a l’Onnipotente.

Infine papa Francesco, non è a capo di una azienda multinazionale né di un partito: egli stesso si è definito “vescovo” di una città importante, pastore e consigliere dei vescovi cattolici. Il suo compito non è riscuotere consensi ma indicare un percorso. Prima di lui qualcuno è partito con una dozzina di persone, che l’hanno tradito ed è stato “abbandonato” anche da suo Padre: una sconfitta totale?

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