IL GOVERNO E IL PRINCIPIO DI REALTÀ /1
I banchi di Azzolina

In un articolo apparso sul Corriere Della Sera del 9 luglio scorso, Paolo Mieli, stigmatizzando il modo di operare dell’attuale governo, ha parlato di “principio di realtà rifiutato”, precisando che a suo modo di vedere “non esiste ormai più un solo punto su cui qualcuno nella maggioranza si attenga al principio di realtà”.

Ecco un piccolo esempio, che leggiamo sul quotidiano IL FOGLIO del 24 07 2020:

Su richiesta del ministro dell’istruzione Lucia Azzolina, il Commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri ha indetto un bando per la produzione di 3 milioni di banchi (1,5 mln monoposto tradizionali e 1,5 mln monoposto innovativi a rotelle). Le aziende che intendono partecipare devono presentare un’offerta entro il 30 luglio (il lotto minimo è di 200 mila banchi e 70 mila sedie, ed entro il 31 agosto le imprese vincitrici dovranno garantire la produzione, l’imballaggio, il trasporto, la consegna e il montaggio.

Il  giornalista Luciano Capone ha intervistato Emidio Salvatorelli, presidente di Vastarredo, una delle più grandi aziende italiane di arredo scolastico. Per fare cio che richiede il bando, secondo Salvatorelli,  non basta uno sforzo, come dice il Commissario Arcuri, ma ci vorrebbe un miracolo: “È impossibile. Noi abbiamo una capacità produttiva, al massimo, di 20-30 mila banchi al mese. Ma lo sanno quanti sono 200 mila banchi? Sono 200 autotreni di materiale che devo ordinare, 40 autotreni solo di pannelli, 150 mila chili di ferro. Se anche li volessi fare, ma chi me lo consegna tutto questo materiale in una settimana ad agosto? I tempi di attesa dai fornitori più importanti sono di almeno 4-5 settimane. E soprattutto, se pure trovo chi me la porta, dove  la poggio la roba? Io ho 30 mila metri quadrati, ma per tutto questo materiale non c’è spazio. È un appalto da 10 milioni per tre settimane, ma io non li fatturo in un anno 10 milioni. E sono tra i più grandi”. C’è poi un problema tecnico, che a monte impedisce a qualsiasi azienda di partecipare al bando: tra i requisiti c’è la produzione nei tre anni precedenti di almeno il doppio dei quantitativi offerti. Quindi minimo 400 mila banchi. Ma nessuna impresa soddisfa questo criterio.
“Noi – dice il presidente di Vastarredo- li abbiamo avvisati prima, ma questi sono burocrati che ragionano così, tirando numeri su un foglio di carta, senza conoscere com’è il mercato”.

Si chiede,insomma, di fare in tre settimane ciò che si produce in cinque anni. E anche di consegnare ogni singolo pezzo in ogni singola aula. “Questa poi è proprio una cosa assurda. Veramente non si rendono conto. … Un autotreno porta 500 banchi, per consegnare 1,5 mln di banchi servono 3 mila tir”. I tir se le consegna fossero centralizzate. “Ma dovremmo consegnare i banchi in ogni singola scuola, quindi servono decine di migliaia di furgoni. … Chi organizza la logistica?”.

Il bando per i banchi, -conclude il giornalista- offre un pacco di milioni, cifre che il settore non ha mai visto prima, ma è pensato e scritto talmente male che nessuno può partecipare.

Qui per leggere l’articolo nella sua interezza.

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