Grillismo: la democrazia diretta (da una S.r.l.)

Leggiamo sul Foglio del 2 Aprile le conclusioni cui è giunto il Garante per la Privacy dopo un lungo lavoro di indagine relativo all’uso della piattaforma informatica Rousseau da parte del M5s per governare la tanto decantata “democrazia diretta”. Apprendiamo così che all’interno di questa piattaforma esistono delle carenze tali da esporre il sistema a potenziali rischi di violazione dei dati personali.
Il risultato dell’indagine del Garante viene così riassunto: “gli esiti delle votazioni sono vulnerabili, sono esposti ad accessi ed elaborazioni di vario tipo che vanno dalla semplice consultazione a possibili alterazioni; la piattaforma Rousseau, non essendo dotata di strumenti di tracciamento delle attività, non è in grado né di prevenire eventuali abusi commessi da addetti interni né di consentirne l’accertamento a posteriori; le caratteristiche degli strumenti utilizzati non consentono di garantire la correttezza delle procedure di voto e non garantiscono l’anonimato dei votanti in ogni fase del voto”.

A proposito degli strumenti, apprendiamo anche che il sistema usato dai 5 stelle presenta “obsolescenza tecnologica” (risale al 2009 e non può più essere aggiornato perché la casa fornitrice ha smesso di fornire aggiornamenti nel 2013) e “uno sviluppo del software non connotato da caratteristiche di professionalità”.

Il M5s è il principale partito politico italiano. Molti suoi atti, dalla nomina dei candidati al Parlamento a tutta una serie di scelte di grande rilievo politico e istituzionale, passano attraverso l’uso della piattaforma Rousseau. Il fatto che i dati elaborati con questa piattaforma siano esposti a “possibili alterazioni”, sia da parte di chi la gestisce (la Casaleggio Associati Srl) sia dall’esterno, rappresenta un grave pericolo per la nostra democrazia.

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