I VESCOVI TRADIZIONALISTI AMERICANI E LA LORO DOPPIEZZA
Due pesi e due misure

Con 168 favorevoli (e 55 contrari) i vescovi Usa hanno approvato, venerdì 18 giugno, la redazione di un documento (forse pronto a novembre) che serva a stabilire in quali casi il fedele possa ricevere la comunione.

Sostanzialmente, al di là della vergognosa ipocrisia con cui il vescovo tradizionalista Gomez, presidente della Commissione del vescovi, ha presentato la prossima uscita del testo, questa scelta è un evidente tentativo di mettere in difficoltà tutti i politici (Biden per primo) che riconoscano la possibilità di garantire, in determinati casi previsti dalla legge, aborto ed eutanasia.

Fino ad oggi la scelta di poter dare la comunione dipendeva dal singolo vescovo, a sua discrezione, mentre ora, dopo la vittoria del Partito democratico, i vescovi hanno deciso di scendere in campo direttamente per imporre a livello nazionale una direttiva di chiusura totale a regole morali che non siano quelle da loro stabilite. 

Per quattro anni costoro hanno chiuso gli occhi di fronte alla politica di Trump, contraria profondamente ai principi evangelici e a quelli oggi sostenuti dalla Chiesa di Francesco. A cominciare dal sostegno alla pena di morte, che l’amministrazione Trump ha praticato in maniera estensiva, senza alcun a titubanza. 11 dicembre del 2020, a pochi giorni dalla fine del suo mandato – durante la stessa fase di transizione che prevede in genere la moratoria della condanna capitale –  scriveva sulla Stampa Paolo Mastrolilli “Trump non ferma il boia e riscrive la storia, con lui alla Casa Bianca esecuzioni record. Era dal 1986 che nelle carceri federali non c’erano tante vittime.”

Ricordiamo che la pena di morte, con l’avvento di papa Francesco, è diventata un crimine e che non può mai, in nessun caso, essere applicata in quanto lesiva della dignità umana (lo stesso Catechismo cattolico è stato riscritto, in questo senso radicale e senza eccezioni).

Mentre il boia di Donald Trump faceva il suo lavoro, dove erano i 168 vescovi, oggi così attenti al comportamento di Biden? La loro attuale richiesta del “diritto alla vita”, la loro affermazione della “sacralità della vita” perché in quei momenti drammatici venivano taciute? Il loro silenzio di allora toglie ogni credibilità alla loro voce di oggi.

E poi, a seguire, le altre scelte decise dal governo Trump e denunciate dal Partito democratico americano, cioè la separazione delle famiglie di migranti al confine tra Messico e Stati Uniti, la restrizione al diritto di asilo e la ridotta assistenza alimentare ai poveri. I vescovi americani ne erano ben consapevoli, ma nessuno si è permesso di minacciare con la negazione dell’eucarestia un funzionario eletto.

Padre Antonio Spadaro giustamente aveva da tempo indicato nell’ “ecumenismo dell’Odio” promosso da Trump la sua proposta complessiva, fatta propria anche da una parte delle masse cattoliche ed evangeliche: l’odio che equipara la donna che abortisce ad un feroce assassino ed è lo stesso odio che accetta la condanna a morte nel codice penale. E malgrado Trump abbia promesso, già all’inizio della sua prima campagna elettorale, la politica del “muro” in chiara opposizione ai “ponti” di papa Francesco, nessuno dei 168 vescovi ha pensato di scrivere il manualetto di verifica del comportamento cristiano in vista dell’eucarestia.

Perché la scelta di questi vescovi è così importante e perché i tradizionalisti sono la stragrande maggioranza del clero?

Riguardo la prima questione, il giudizio dell’elettorato cattolico alle elezioni può essere determinante. Infatti negli Usa, attualmente, i cattolici sono oltre 75 milioni di cui 51 milioni si possono recare alle urne, ben il 22% dell’elettorato effettivo di circa 200 milioni di potenziali votanti.

Riguardo la seconda questione, i 35 anni del pontificato congiunto Woytjla-Ratzinger hanno permesso un massiccio ricambio dei vescovi – tradizionalisti nella fede e reazionari in politica – i cui effetti dureranno a lungo. Alberto Melloni spiegava l’arretratezza (religiosa e culturale) di questi vescovi con “gli errori fatti nei papati precedenti a quello di Francesco (gli inetti consacrati vescovi, gli irrisolti fatti preti, gli integristi elevati a vaccino contro la secolarizzazione) …” ma, più che errore, la selezione di questa congrega di vescovi pro Trump e anti Bergoglio è stata la logica conseguenza della corrispondente, arretrata e anacronistica scelta di una religione medievale, attuata dai due pontefici precedenti.

Chiudiamo con il commento tratto da Avvenire: “Nella Messa per il “Corpus Domini” lo scorso 6 giugno papa Francesco ha detto che la Comunione «non è la ricompensa dei santi ma il pane dei peccatori». E il cardinale Luis Ladaria, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, in una lettera ai vescovi Usa li aveva avvisati che un voto su tale questione potrebbe «diventare una fonte di discordia». La proposta del “discernimento”, che Francesco ha sempre sostenuto, in questo caso è stata accolta dai 168 ecclesiastici per Trump, non per Biden. Magnifica “coerenza” tradizionalista.

La foto in evidenza è tratta da: lastampa.it
Le altre foto sono tratte, nell’ordine, da: korazym.org; archivio interno; interris.it

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