I “cattolici” della Lega: il loro mondo e la loro Chiesa /2

Riprendiamo il commento della trasmissione di Radio Padania con don Minutella e i “cattolici” leghisti.  “In genere ogni forma di populismo, anche contemporaneo, cerca di ottenere il consenso parlando di una minaccia che viene dall’esterno, o da gruppi interni.”  Umberto Eco sosteneva che, in questo modo, si crea la “sindrome del complotto” (Link) che prevede sempre una frustrazione comune a cui appellarsi per reagire di fronte all’evento. Il complotto, nel passato, era incarnato di volta in volta dal popolo ebraico, dai governi democratici, dalla grande finanza, dalla Massoneria. Verrà coniato dal fascismo, negli anni trenta, lo slogan contro le “demoplutocrazie giudaico massoniche” in cui vengono messe assieme tutte le componenti precedenti. Questo slogan “Il nostro nemico sono le demoplutocrazie giudaico massoniche” è stato ripetuto come una litania ed è servito ad educare gli italiani durante un periodo difficile, di difficoltà interne al paese e di un futuro oscuro. Anche oggi, forse più di ieri, attraversiamo un periodo storico complicato. Non a caso papa Francesco scrive: “Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Questo nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come ostacoli “. Le persone vivono immerse in questa situazione di rapide trasformazioni ed il disorientamento angoscioso può subentrare quando non abbiamo il senso della storia e proiettiamo l’ombra del presente problematico anche sul futuro. Il senso della storia significa che abbiamo capito e fatto nostra la distinzione tra problemi che si risolvono immediatamente, problemi che richiedono una soluzione nel medio periodo e problemi che hanno bisogno di tempi lunghi. Per non andare troppo indietro fino alle invasioni barbariche, ricordiamo quanta sofferenza è costato all’emigrato meridionale il viaggio verso il Nord Italia, negli anni del dopoguerra, e quanta fatica, malintesi e contrasti sono stati necessari per raggiungere il suo inserimento in un tessuto sociale come quello del torinese e delle grandi città industriali. Alcuni cambiamenti storici sono più lunghi di altri prima che si possa raggiungere un equilibrato assestamento. Ricordiamo infine che anche noi useremo slogan contrapposti (identificati dalla doppia sottolineatura) che resteranno tali finchè non verranno riempiti di contenuti fondati, ma ciò non è compito di questa ricerca perchè diventa un tema della politica.

 PUNTO 2. Le “mezze informazioni” e l’uso degli slogan (il progetto dell’immigrazionismo, il complotto della massoneria, dei poteri forti, ecc)”.

Don Minutella minuto 4,04: “Ma l’immigrazionismo, il problema immigrazionista è soltanto una maniera formale di portare avanti un progetto molto più ampio…l’immigrazionismo, cioè l’Italia che deve essere invasa in questo modo qui, per islamizzarla, è un progetto che corrisponde ai poteri forti…”.

Via WhatsApp minuto 38, 30: “Senza Lega al governo riprenderà l’invasione islamica, passeranno le leggi di morte e del cambiamento antropologico, torneremo servi, proni a quattro zampe, dell’Europa delle banche, del mondialismo massonico”.

In questo caso la “mezza informazione” raggiunge l’apice della propaganda quando vengono presentati una serie di slogan, senza entrare nel merito di nessuna delle affermazioni fatte, ma sostanzialmente ripetendo che “esiste un progetto di islamizzazione, voluto dai poteri forti”. I poteri forti, cioè industriali, banche, finanzieri, padroni dell’editoria, magnati dei mass media, (compreso Berlusconi?), proprietari terrieri, Confindustria e poi la gerarchia della Chiesa col Papa e i suoi, l’Arma dei carabinieri e le Forze Armate, ecc, fanno parte di “un progetto contro l’Italia”? Tutti costoro vogliono che l’Italia sia “islamizzata”? Questo concetto – anche se delirante – ha comunque una sua pezza giustificativa quando i tradizionalisti si riferiscono all’Europa – la solita “mezza informazione” – perché portano a sostegno della loro tesi il fatto che i principali governi, all’epoca, hanno rifiutato la dizione delle “radici cristiane” del Continente, e questo fatto sarebbe il segno della presenza massonica diffusa nelle alte sfere europee. Seguiamoli pure in questa loro argomentazione e rivolgiamo loro il quesito: che interesse avrebbero oggi i governi, francese e tedesco in particolare, nel favorire l’islamizzazione sociale e culturale? Forse i “cattolici” leghisti potrebbero rispondere come ha fatto padre Livio Fanzaga (link) che sostiene al minuto 20,21: “…cioè le classi dominanti in Europa sono tutte, tutte atee, anticristiane, massoniche e, allora, a loro, tutto sommato, non dispiacerebbe che l’Islam prendesse il posto del Cristianesimo”.  Ecco la sindrome del complotto, incarnato dalle “classi dominanti europee”. E proseguendo al minuto 37,40 della sua trasmissione: “A mio parere (l’Europa) è connivente per quale motivo? Perché c’è l’odio anticristiano delle classi dominanti in Europa che sono di origine massonica…” E queste sono ancora elucubrazioni immotivate e indimostrate. L’ annuncio della minaccia della “islamizzazione voluta dai poteri forti” è tuttavia molto importante, per i tradizionalisti cattolici, perché consente loro di spiegare, dove già esiste, e di creare, dove non c’è ancora, la sensazione di essere accerchiati da un mondo ostile, ingiusto e potenzialmente violento. Questa terribile e incombente emergenza serve poi a giustificare ogni (anche meschina) difesa dei propri interessi, senza valutarne la compatibilità col bene comune, ed è utile al mantenimento di un punto di vista, concentrato sul proprio orto (camuffato col vocabolo “sovranismo”), che rifiuta la possibile messa in discussione di eventuali privilegi o pregiudizi e si chiude ad una dimensione di confronto aperto (“l’europeismo”), l’unica che potrebbe favorire prospettive di un futuro migliore per tutti. Perciò la sindrome del complotto é anche utile ad essere in pace con la propria coscienza, senza rimorsi e senza gli interrogativi pericolosi che una analisi alternativi del mondo reale ed una lettura più approfondita del Vangelo di Gesù potrebbero suscitare.

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