DAL QUOTIDIANO IL FOGLIO DEL 13 10 2020
La paura della quarantena burocratica

Cosa manca al governo per poter dire “whatever it takes”

In questi giorni, molti giornali mettono in evidenza il fatto che, come in quella precedente, anche nella nuova fase pandemica il nostro governo mostra difficoltà ad affrontare in modo soddisfacente i problemi generati dalla diffusione del virus.

Sono ormai in pochi a non riconoscere che alcune cose importanti sono state fatte e alcuni risultati importanti sono stati raggiunti. Ma si può veramente dire che il governo sia “pronto a fare tutto ciò che è necessario” nella situazione data?

È questo l’interrogativo di fondo posto dal direttore del quotidiano Il Foglio, Claudio Cerasa, nel suo editorialedi ieri, 13 ottobre.

 Cerasa premette di aver registrato che gli italiani sono pronti a rispettare le regole, che le scuole italiane stanno tutto sommato reggendo, che i fenomeni di negazionismo esistono più nei talk show che nelle piazze, che è in aumento il numero degli italiani che scarica Immuni, che al momento il numero dei contagi quotidiani nel nostro Paese continua ad essere inferiore rispetto a quello del resto d’Europa.
Ma, aggiunge, “più passa il tempo e più ci si rende conto che accanto alla paura del virus sta emergendo una paura simmetrica che è quella relativa alla paura della quarantena burocratica”.

E conclude: “le domande che molti di voi si saranno certamente sentiti porre in questi giorni da qualsiasi conoscente alle prese con la burocrazia da Covid – come fare un tampone in fretta, come evitare di finire in un assembramento per fare un test, quando sarà possibile fare i test dal pediatra, quanto ci vuole per rafforzare il monitoraggio in casa, quanto occorre aspettare ancora per avere un vaccino anti influenzale, perché l’Italia continua a fare meno tamponi rispetto a quelli che fanno Germania, Francia e inghilterra – sono domande a cui il governo dovrà rispondere non limitandosi a elencare le molte cose positive fatte in questi mesi sul fronte sanitario ma ricordandosi che mai come oggi la responsabilità di cui ha bisogno l’Italia è più quella dello stato che dei suoi cittadini.
E prima di chiedere ai cittadini di fare tutto ciò che è necessario fare per proteggersi dal virus occorrerebbe chiedersi se arrivati a questo punto della pandemia il governo guardandosi allo specchio possa dire di aver messo davvero in campo sul fronte sanitario il suo whatever it takes”.

Qui per leggere l’articolo nella sua interezza

L’immagine in evidenza è tratta da ilmessaggero.it

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