La chiesa cattolica e gli omosessuali

Quale è stata la dottrina della Chiesa sul tema dell’omosessualità?
È cambiata nel corso del tempo, quando e come?
Francesco ha introdotto delle novità e quali?

Tre articoli su “Avvenire”, nei giorni scorsi, hanno iniziato a rispondere a questi interrogativi. Ne riprendiamo alcuni spunti secondo noi rilevanti. In seguito proporremmo una riflessione più ampia (nella sezione “approfondimenti” su questo stesso Blog).

Sappiamo che esistono letture della Bibbia semplificate e superficiali, che portano a conclusioni infondate. Esistono poi letture che cercano una risposta diretta a quesiti che non erano proponibili all’epoca della stesura del Testo.

Cercare nell’Antico e Nuovo Testamento quale debba essere oggi la definizione di omosessualità e la modalità di relazione con essa non è possibile se non attraverso il recupero della anacronistica e astorica condanna alla pena di morte. L’interpretazione dei Tradizionalisti su questo argomento è la stessa che applicano ai tanti temi legati alla sessualità. Rispetto al celibato del clero, del sacerdozio alle donne, dei rapporti prematrimoniali, dell’aborto, del divorzio, essi si mantengono in una posizione di chiusura a causa della loro incapacità di confrontarsi col messaggio cristiano, inteso come vitale fonte di suggerimenti e soluzioni nuove, non come una mummia imbalsamata di duemila anni.

Il cardinale Carlo Maria Martini rispondendo a una domanda sulle coppie omosessuali in Conversazioni notturne su Gerusalemme ha dichiarato:

“Non mi sarebbe mai venuto in mente di giudicare le coppie omosessuali. L’omosessualità condannata dalla Bibbia era motivata dalla prassi problematica dell’antichità, quando gli uomini avevano, accanto alla famiglia, amanti di sesso maschile, a volte anche ragazzi. Nel rapporto con l’omosessualità, tuttavia, nella chiesa dobbiamo rimproverarci di essere spesso stati insensibili”.

Le origini

Nell’Antico Testamento il riferimento a comportamenti omosessuali avviene in due racconti (Gn 19; Gdc 19) e in due norme legislative (Lv 18,22; 20.13), legate queste ultime alla purificazione e al mantenimento della famiglia patriarcale, ma delle quali parleremo in “approfondimenti”. Il più noto dei racconti è la distruzione di Sodoma (Gn 19,1-29) e sodomita, sodomia, nel linguaggio corrente sono diventati impropriamente sinonimi di persona omosessuale e di rapporti omosessuali.
Il racconto di Genesi 19 non ha nulla a che vedere con l’omosessualità, bensì con un tentativo di violenza da parte di uomini eterosessuali che usano lo stupro come arma per umiliare lo straniero, il “diverso”. Anche in Giudici 19, racconto terribile che segue lo stesso schema del racconto di Sodoma e che si conclude con lo stupro perpetrato per tutta la notte ai danni di una donna forestiera per mano degli uomini della tribù di Beniamino (accorsi per violentare il marito), porta a condannare la pratica dello stupro come mezzo per umiliare e degradare l ‘avversario, il nemico, la persona debole, uomo o donna che fosse. Non c’entra l’omosessualità.

 
Da leggere l’ultimo lavoro della Pontificia Commissione biblica (“Che cosa è l’uomo? Un itinerario di antropologia biblica”, Libreria editrice vaticana 2020) che conferma la tesi sopracitata ed il rovesciamento dell’interpretazione tradizionale: il peccato di Sodoma consiste nella mancanza di ospitalità verso lo straniero bisognoso e indifeso.

Infine, come scrive “Avvenire”, già da tempo alcuni studiosi hanno colto, in certi racconti biblici (l’amicizia tra Gionata e Davide, quella tra Saul e Davide), un’implicita approvazione dei rapporti omosessuali.  

Nei Vangeli non si nomina l’omosessualità. Se ne parla in tre lettere di Paolo (1Cor 6,9-10; 1Tim 1,9-10; Rom 1,26-27) con la condanna collegata all’idolatria. Il pensiero di Paolo in riferimento al ruolo della donna nella società e nella ecclesia, in riferimento all’omosessualità, allo schiavismo e ad altri temi (vedi la pena di morte), per poter essere compreso oggi, deve essere contestualizzato: Paolo è figlio del suo tempo e non profeta lungimirante di una morale futura, ancora da elaborare per un mondo completamente diverso, per società e culture totalmente differenti.

La chiesa nei secoli

Questa sintesi è tratta dal bell’articolo di “Avvenire” del 30 ottobre. Dell’omosessualità se ne sono occupati di fatto molti Concili dal terzo secolo in poi. Li accomunava la stessa caratteristica di condanna ferma e radicale: i toni di pesante disapprovazione arrivavano a contemplare anche prigione, catene e roghi (Concilio di Nablus, 1120). Papa Pio V (1566-1572) sentenziò che i colpevoli fossero consegnati al braccio secolare dell’inquisizione, cioè condannati a morte.

Non stupisce che sia stato necessario un periodo così lungo, oltre mille anni, prima di poter rivedere, da parte della Chiesa cattolica, il proprio atteggiamento in merito. La paura e l’ostilità nei confronti dei “diversi” sono infatti profondamente incise nella modalità di essere e comportarsi degli umani, sono difficili da estirpare per i ritardi nella crescita cultura e nel cambiamento di mentalità, e non sono perciò patrimonio esclusivo dei sistemi religiosi.

Anche nella prima patria del socialismo, l’URSS, l’omosessualità ebbe una storia travagliata. Essa attraversò alti e bassi nell’accettazione da parte del regime, fino a giungere ad essere considerata “controrivoluzionaria” e una “manifestazione della decadenza della borghesia“, tanto che nel 1952 la “Grande enciclopedia sovietica” scrisse: «L’origine dell’omosessualità è collegata alle circostanze sociali quotidiane; per la stragrande maggioranza della gente che si dedica all’omosessualismo, tali perversioni si arrestano non appena la persona si trovi in un ambiente sociale favorevole […]. Nella società sovietica con i suoi costumi sani, l’omosessualità è vista come una perversione sessuale ed è considerata vergognosa e criminale. La legislazione penale sovietica considera l’omosessualità punibile, con l’eccezione di quei casi in cui la stessa sia manifestazione di profondo disordine psichico.» Citato in “Urss e omosessualità” a cura del prof. Igor Kon, traduzione a cura di Giovanni Dall’Orto dal sito Gay.Ru.

La svolta

Essa avviene col Vaticano II quando la Chiesa comincia un percorso di comprensione del problema in particolare con due importanti testi, Persona humana (1975) e la Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali (1986). In essi la condanna non riguarda più la persona, per la quale si raccomanda anzi «un giudizio prudente», ma i suoi comportamenti. Il Catechismo (1997) ai numeri 2357-2359 descrive il problema come inclinazione «oggettivamente disordinata», tuttavia afferma che le persone omosessuali «devono essere accolte con attenzione, compassione e delicatezza» e prospetta un percorso pastorale che le conduca gradualmente alla pienezza della vita cristiana.

Papa Francesco

riafferma in Amoris laetitia (n.250), che ogni persona «indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione» e aggiunge che la Chiesa è chiamata ad accompagnare queste persone perché «possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita». Non vi è quindi da parte del Papa una condanna, un giudizio morale, afferma “Avvenire”. Le conclusioni le lasciamo al quotidiano cattolico:Che il Papa valuti la condizione esistenziale dell’omosessualità come pervasiva e costitutiva dell’identità della persona («Dio ti ha fatto così… Dio ti ama come sei…») – alla luce delle ricerche scientifiche più accreditate di questi ultimi anni – è confermata da altre frasi simili rivolte a persone omosessuali. Lo scorso 16 settembre per esempio, accogliendo un gruppo di genitori con figli lgbt, ha detto loro: «Il Papa ama i vostri figli così come sono. E anche la Chiesa li ama».”

L’immagine in evidenza è tratta da avvenire.it
Le altre immagini, in ordine, da: amazon.it; anaso.it; eastjurnal.net; facebook.com

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.