Informare senza allarmare

C’è chi lo fa. Pochi a dire il vero. Tra questi Claudio Cerasa, direttore del quotidiano Il Foglio. In un editoriale di lunedì scorso, ad esempio, citando un altro bravo giornalista (Marco Zatterin  della Stampa) ha consigliato di “applicare il metodo Manzoni” al caso del coronavirus. 
Marco Zatterin aveva postato su Twitter un passaggio dei Promessi Sposi relativo all’isteria generata dalla peste: “Si potrebbe però –scriveva Manzoni_, tanto nelle cose piccole, come nelle grandi, evitare, in gran parte, quel corso così lungo e così storto, prendendo il metodo proposto da tanto tempo, d’osservare, ascoltare, paragonare, pensare, prima di parlare”.

Cerasa, poi, racconta di due personaggi la cui storia dimostra come si possa, volendo, parlare dei problemi –che sono seri- senza alimentare il panico.
Uno dei due personaggi è il professore Stefano Vella, a lungo direttore del Centro di salute globale dell’Istituto superiore di sanità. Particolarmente interessanti, perché sono  un esempio di saggezza che deriva dalla competenza, le dichiarazioni fatte dal prof. Vella in una recente intervista rilasciata alla TV di Repubblica. Ecco quanto riferisce Cerasa nel suo articolo:
“Ha ricordato che nell’85 per cento dei casi il coronavirus è una lieve sindrome influenzale e che la malattia in questi casi decorre in modo lieve. Ha spiegato che nel restante 15 per cento dei casi c’è una porzione piccola di persone che a seconda dell’età può avere delle conseguenze più serie, come la polmonite, ed è in questo caso che le persone vengono isolate. Ha specificato che la crisi che abbiamo adesso non è tanto legata al numero di nuovi casi che sta arrivando ma è legata ovviamente all’ingolfamento di alcuni ospedali. Ha aggiunto che in relazione al numero della popolazione i numeri dell’Italia sono per fortuna piccoli, che la probabilità di incontrare una persona, salvo attorno alle aree a rischio, che ha questo virus addosso è molto bassa e che se usiamo con intelligenza le misure imposte dal governo, evitando per un po’ di andare nei luoghi affollati, questa epidemia riusciremo a contenerla. Si spegnerà, si spegnerà, si spegnerà, ha detto  Vella, e si spegnerà con l’estate, perché questo virus non ama tanto il calore, secondo me questo potrà succedere già tra aprile e maggio, e poi vedrete che si troverà un vaccino, lo abbiamo trovato per l’Ebola e lo troveremo anche per il coronavirus, vedrete che ci sarà anche un farmaco antivirale e vedrete che una volta superata questa stagione questo virus non tornerà nelle forme che stiamo vedendo in questi giorni. Informare senza allarmare”.

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