“Hanno calpestato la mia costituzione”

Il giornale La Stampa del 23 ottobre scorso ha pubblicato, a firma di Giuseppe Agliastro,  una lunga intervista a Olga Misik, la studentessa russa che un anno fa aveva protestato contro l’involuzione antidemocratica del suo Paese leggendo la Costituzione ai poliziotti che assediavano il centro di Mosca.
Allora Olga non era ancora maggiorenne. La foto della sua protesta aveva occupato la prima pagina dei giornali di mezzo mondo, facendo di lei un simbolo non solo di chi in Russia si oppone al regime instaurato da Putin ma, più in generale, di chi si oppone ai nemici della democrazia.

Che la giovane democrazia nata dopo il crollo del regime comunista corra seri pericoli è a tutti noto. Ne abbiamo avuto una recente conferma dalla vicenda che ha riguardato il principale leader dell’opposizione a Putin, il fondatore del Partito Democratico del Progresso Aleksey Navalny, che il 20 agosto scorso ha subito un attentato per avvelenamento  e che i suoi amici di partito, per metterlo in salvo, lo hanno trasferito dalla Russia  in un ospedale tedesco. Ma una conferma ancora più diretta la si ha dalle modifiche che sono state introdotte l’estate scorsa nella Costituzione della Repubblica russa. Tra queste un emendamento che, azzerando il conteggio dei mandati per il Cremlino, da la possibilità a Putin di ricandidarsi almeno per un quinto e sesto mandato (in pratica di essere presidente a vita) .

È a queste modifiche che Olga si riferisce quando dice “hanno calpestato la mia costituzione”. Olga è amareggiata. Non potrà più protestare richiamando i diritti di democrazia scritti nella Carta costituzionale. Quei diritti non ci saranno più. “Certamente adesso –dice Olga nell’intervista- non leggerei più agli agenti una Costituzione del genere”. “ La nuova Costituzione afferma esplicitamente i bizzarri ‘valori familiari tradizionali’ che sono così zelantemente propugnati dalla minoranza conservatrice, dagli elettori di Putin. Inoltre, essa prevede di inculcare sin dall’infanzia inclinazioni militaresche nella salsa del cosiddetto ‘patriottismo’, che in Russia è del tutto travisato. La nuova Costituzione sancisce in sé il concetto di un Dio cristiano e quindi rafforza la posizione della Chiesa ortodossa come istituzione di potere, ma mi sembra che i russi abbiano il diritto di decidere da soli in chi credere”.

Il giornalista della Stampa ci da poi notizia del fatto che anche Olga “adesso rischia di trasformarsi in una vittima della mancanza di libertà in Russia. Le autorità accusano infatti lei e altri due ragazzi di ‘vandalismo’, hanno perquisito le loro case e a lei hanno imposto il divieto di uscire di sera. Degli sconosciuti hanno srotolato uno striscione e hanno versato della vernice rosa sulla sede della procura generale. Ma secondo la difesa non c’è assolutamente nessuna prova contro Olga e i suoi amici”.

Ora che sono sotto inchiesta –precisa Olga- non posso lasciare il Paese e partecipare a eventi di massa, non posso nemmeno uscire di casa, usare internet e studiare all’università”.

E tuttavia Olga non getta la spugna: “Quando, alle  5 del mattino, gli agenti dell’Fsb mi hanno portato alla stazione di polizia su un’auto civile, ho pensato che forse quella sarebbe stata l’ultima alba che avrei visto per molti anni in avanti, e da allora ho sempre paura ma non lo posso confessare a nessuno perché smettere di sorridere vuol dire perdere”.  Olga è amareggiata ed ha paura, sa che “l’uccisione di oppositori politici o giornalisti indipendenti non è una novità per la Russia di Putin”, sa di avere poche forze per continuare la battaglia ma non può nemmeno fermarla, “perché  -dice- non gli consentirò mai di ottenere quello che vogliono, di togliermi di mezzo, di sconfiggermi, di distruggermi”.

QUI per leggere l’intervista a Olga Misik nella sua interezza

La foto in evidenza è tratta da lastampa.it
In ordine: la prima foto nel testo è tratta da linkiesta.it; la seconda foto nel testo è tratta da dailymail.co.uk

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