L’Italia che non cresce: il punto sulla situazione

RAPPRESENTAZIONE:
Secondo quanto riportato dai Tg Rai del 16 e 17 febbraio, Salvini ha detto che “l’economia italiana non cresce e questo governo di incapaci deve andare a casa”.

REALTÀ:
C’è un dato di realtà nella affermazione di Salvini: “L’Italia non cresce”. I dati sull’andamento dell’economia relativi al 2019 (pubblicati dall’Istat in varie riprese a partire dalla fine di Ottobre) ci mettono di fronte  ad una dura realtà:

  • Nel quarto quadrimestre 2019 il prodotto interno lordo (Pil) è diminuito dello 0,3% rispetto al quadrimestre precedente
  • Il tasso di disooccupazione è tornato a crescere
  • La produzione industriale nel biennio 2018/19 è complessivamente scesa del 2,4%.

Ma questa realtà non è altro che il risultato del modo in cui ha opeato il governo gialloverde, del quale Salvini era (insieme a Di Maio) vice premier e (di fatto) l’attore principale. La realtà è che Salvini e Di Maio hanno ereditato una situazione dell’economia italiana ancora in cresctita, sotto l’effetto delle misure economiche dei governi Renzi e Gentiloni ed hanno lasciato un Paese che si avvia verso la recessione.

Al governo attuale (anche se fosse composto, come dice Salvini, da gente incapace) non possono essere addossate responsabilità per la situazione in cui versa in questo momento l’economia italiana. Si può invece dire, in tutta onestà, che a cinque mesi dalla fine del governo populista guidato da Salvini e Di Maio l’Italia ha smesso di rappresentare un fattore di rischio per gli investitori stranieri. Accantonate le pulsioni antieuropeiste del governo gialloverde, lo spread è sceso ai livelli del primo semestre 2018 (governo Gentiloni), ovvero intorno ai 130 punti, e gli investitori stranieri hanno comprato (secondo i calcoli del Mef) 80 miliardi di Btp.
Tutto ciò, naturalmente, non basta.
Ora questo governo dovrebbe mettere mano ai problemi “atavici” (copyright Tabellini) della nostra economia: una crescita mediamente più bassa rispetto agli altri paesi europei; il debito pubblico più alto dell’Eurozona; una alta disoccupazione giovanile; una bassa produttività industriale. Sono problemi che ci portiamo dietro da almeno vent’anni. Se si riuscisse ad affrontarli seriamente, non solo si farebbe un gran bene a questo Paese, ma anche le affermazioni di Salvini apparirebbero a tutti in modo evidente per quello che sono: false costruzioni propagandistiche.

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