Ancora su Francesco e il segreto pontificio: un approfondimento

L’iniziativa di papa Francesco di eliminare il segreto pontificio sui reati di pedofilia del clero (vedi articolo “Un altro passo avanti di papa Francesco”) ci consente di approfondire alcuni aspetti particolari. Lo faremo attraverso la lettura di due articoli: “Ratzinger reciti il mea culpa sulla pedofilia” di Hans Küng, la Repubblica, 18 Marzo 2010, e poi quello di Pino Nicotri Chiesa e pedofilia, l’omertà imposta da Ratzinger su Micro mega del 2010. Pur apparsi quasi dieci anni fa questi testi non hanno perso la loro efficacia informativa ed esplicativa. E’ un invito a leggerli.

Ecco alcune domande che potranno trovare una prima risposta non superficiale dalla lettura dei testi sopracitati:

  • Che cosa è il “segreto pontificio” e cosa comporta concretamente?
  •  È stato imposto il ”segreto pontifico” per i reati di pedofilia clericale a tutte le diocesi del mondo cattolico?
  • Da chi, in quale anno e quali prove abbiamo per sostenere questa affermazione?

Questi interrogativi riguardano direttamente l’iniziativa presa da papa Francesco e ci sembrano importanti per dare al Papa il merito pieno di un cambiamento che i suoi predecessori non solo non hanno indicato, ma, anzi, proprio loro hanno creato le condizioni perché s’imboccasse la strada opposta rispetto a quella intrapresa in seguito da Francesco.

Hans Kung invece ci permette di affrontare questioni a più vasto respiro, in particolare:

  • il cosiddetto «santo» celibato è veramente un «dono prezioso», come sosteneva Benedetto XVI, ed è imposto dalle Sacre Scritture?
  •  Esiste un obbligo biblico di celibato per i preti?

E ancora, forse la questione centrale:

  • È possibile che «tutti gli esperti» abbiano escluso l`esistenza di qualsiasi rapporto tra la pedofilia e l`obbligo del celibato sacerdotale, come hanno asserito e ancora adesso sostengono alcuni membri del clero e opinionisti vari (non solo tradizionalisti)?

Come si può vedere sono questioni anche oggi di attualità e lo resteranno fino a quando non si consentirà la nascita di un ruolo nuovo per un sacerdozio diverso e magari non solo maschile. Vogliamo concludere con le parole con cui Kung terminava la sua lucida riflessione:

In nome della verità Joseph Ratzinger, l`uomo che da decenni è il principale responsabile dell`occultamento di questi abusi a livello mondiale, avrebbe dovuto pronunciare a sua volta un «mea culpa». Così come lo ha fatto il vescovo di Limburg, Franz Peter Tebartz-van Elst, che in un’allocuzione trasmessa per radio il 14 marzo 2010 si è rivolto a tutti i fedeli in questi termini: «Poiché un`iniquità così atroce non può essere accettata né occultata, abbiamo bisogno di cambiare strada, di invertire la rotta per dare spazio alla verità.
Per convertirci ed espiare, dobbiamo incominciare col riconoscere espressamente le colpe, fare atto di pentimento e manifestarlo, assumerci le responsabilità e aprire così la strada a un nuovo inizio
».

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