Un altro passo avanti di papa Francesco

Il 17 dicembre del 2019 resterà, per molti credenti, una data importante nella Chiesa cattolica perché, come afferma Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione del Vaticano, “il bene dei bambini e dei ragazzi deve sempre venire prima di qualsiasi tutela del segreto, anche di quello pontificio”. Papa Francesco infatti, nel rescritto (cioè una “risposta” data ad un quesito su questioni in genere giuridiche) “Sulla riservatezza delle cause”, pubblicato proprio il 17 dicembre, ha abolito il segreto pontificio nei casi di abuso sui minori, di violenza sessuale e di pedo pornografia. Continua Tornielli nell’articolo di Vatican New “Ciò significa che le denunce, le testimonianze e i documenti processuali relativi ai casi di abuso conservati negli archivi dei Dicasteri vaticani come pure quelli che si trovano negli archivi delle diocesi, e che fino ad oggi erano sottoposti al segreto pontificio, potranno essere consegnati ai magistrati inquirenti dei rispettivi Paesi che li richiedano”.

Mentre la maggior parte dei commenti (per tutti monsignor Arrieta, segretario del Pontificio collegio per i Testi Legislativi, e il prof. Dalla Torre, presidente di tribunale dello Stato del Vaticano) sono positivi, approvano una decisione che già i due papi precedenti, Ratzinger e Woytila, avrebbero potuto – e dovuto- adottare per la gravità della situazione esplosa durante il loro pontificato, la stampa tradizionalista trova una ulteriore occasione per osteggiare l’operato di papa Francesco.
I tradizionalisti si sono tuttavia divisi in due partiti che si contraddicono a vicenda: quelli che cercano di minimizzare l’operato di Francesco, ma accettandone il rescritto, e quelli che invece, più o meno scopertamente, lo criticano. 

Per il primo gruppo prendiamo la Nuova Bussola, articolo di Nico Spadoni, le cui conclusioni sono: ”…Dunque, le modifiche introdotte da Francesco nella lotta contro la piaga degli abusi su minori commessi da membri del clero, comunicate nel giorno del suo 83esimo compleanno, sembrano porsi nel solco della trasparenza e della responsabilità inaugurato con decisione dal suo predecessore ancor prima di essere eletto nel 2005”.

Per il secondo gruppo prendiamo il Foglio, articolo di Matzuzzi del 17 dicembre, per il quale la scelta di Francesco è carica di rischi, se non avventata, perché (Matzuzzi ne sembra sicuro) si potrebbe trasformare in una campagna calunniosa e infamante nei confronti anche della parte sana, maggioritaria, della stessa Chiesa. Come si può osservare i tradizionalisti sono in disaccordo totale tra chi, pur di non dare ragione a Francesco, attribuisce la sua scelta alla continuità coll’operato di Benedetto XVI e chi invece non ne vede affatto la prosecuzione e ne critica l’operato, sulla base di possibili usi scorretti dei dossier da parte della magistratura.

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