Cosa ci dicono i risultati delle elezioni politiche nel Regno Unito

LA SINISTRA CHE SI AGGRAPPA AL PASSATO

Dopo il calo di consensi e/o la sconfitta elettorale subiti/a da alcuni partiti di sinistra che erano sati guidati da leaders espressione dell’ala moderata e riformista, detta anche  sinistra liberale (ad esempio: Obama negli Usa e Renzi in Italia) si è fatta strada l’idea che, per tornare a vincere, i grandi partiti della sinistra debbano fare retromarcia, abbandonare le posizioni di centrosinistra moderato, riscoprire la vecchia identità di partiti della working class, per riallacciare il dialogo con i ceti popolari che li hanno abbandonati. Insomma, per affrontare il futuro devono aggrapparsi al passato.
Tutto semplice e lineare?

Ecco come risponde il giornalista Aldo Cazzullo, sul Corriere Della Sera del 17 dicembre, ad un lettore che gli chiede “Come spiega il crollo dei laburisti inglesi?”:

 (Come è noto il 12 dicembre scorso si sono svolte nel Regno Unito le elezioni politiche e i laburisti guidati da Jeremy  Corbyn sono stati nettamente sconfitti dai conservatori guidati da Boris Johnson. Corbyn è un leader che da anni rappresenta un modello per coloro che propugnano la necessità di un ritorno al passato, al quale guardano con simpatia, in Italia, anche gli attuali dirigenti del Partito Democratico).

Un’immagine che resterà dello storico voto britannico – scrive Aldo Cazzullo – è il pugno chiuso con cui la deputata laburista Emma Dent Coad ha salutato i sostenitori, dopo l’annuncio della sua rielezione nel collegio di Kensington e Chelsea. Kensington e Chelsea sono i quartieri più costosi di Londra, quindi del mondo. Hanno casa qui Madonna, Hugh Grant e altri milionari meno famosi.
I laburisti vincono in quasi tutte le circoscrizioni della metropoli, e perdono i collegi popolari del Nord e nelle Midlands, dove i conservatori hanno fatto breccia tra coloro che avevano votato per la Brexit. Non sono tutti operai e minatori. Sono spesso figli di operai e minatori, visto che fabbriche e miniere sono quasi sempre chiuse. Magari campano con la pensione del padre, che vota ancora laburista. Il punto è che la sinistra non può credere di recuperare il voto popolare con le ricette del passato: nazionalizza, tassa, spendi. Luigi Ippolito ha spiegato bene sul Corriere il programma economico di Corbyn, compresa la proposta di confiscare il 10% delle azioni delle società con oltre 250 dipendenti per redistribuirlo ai lavoratori. Il risultato sarebbe la fuga delle suddette società. Puoi inasprire le tasse finché vuoi; i veri ricchi hanno gli strumenti per eluderle; e a pagare resta il ceto medio, già impoverito di suo.
Insomma, non funziona (più) così. E temo che non funzionerà neppure in America, se i democratici sceglieranno come candidato Bernie Sanders o Elizabeth Warren. Che sono un po’ meno radicali, ma della stessa generazione di Corbyn”
.

L’orientamento assunto dal Labur Party sotto la guida di Corbyn e la severa sconfitta  del 12 Dicembre scorso sono stati commentati dal Tony Blair (il politico che è stato per 10 anni leader del partito laburista nonché primo ministro dal 1997 al 2007) in un lungo discorso volto a fornire indicazioni per  un cambiamento di rotta.

Ecco alcuni  passaggi del suo discorso, nei quali Blair fornisce la sua spiegazione sulla recente sconfitta dei laburisti:

“ … la gente ha visto Corbyn come un politico fondamentalmente contrario a ciò che il Regno Unito e le società occidentali rappresentano. Ha personificato un’idea, un marchio di socialismo quasi rivoluzionario, mescolando la politica economica di estrema sinistra con la profonda ostilità alla politica estera occidentale …”

… “Demoliamo l’illusione che ‘ il programma era popolare‘. Il sentimento alla base di alcune delle politiche rifletteva alcune ansie degli elettori, ma in mezzo c’era anche una ‘ lista dei desideri ‘ di cento pagine. Ogni pazzo può promettere tutto gratis. Ma il popolo non si è fatto ingannare. Sanno che la vita non è così. E la promessa della ‘ banda larga gratuita‘ pubblica, gestita dal governo è stata la conferma definitiva della non credibilità del programma”. …

“Questa sconfitta è fondamentale. Non possiamo permetterci di ripetere il 1983, camminando come un granchio di fronte alla realtà. Conoscete la narrazione (che fanno i sostenitori di Corbyn –ndr-). Per l’estrema sinistra, ‘ abbiamo vinto il dibattito’, e solo per qualche inspiegabile ragione il popolo britannico anche se ha accettato che avessimo ragione, ha deciso di votare per gli altri. ‘ Le nostre proposte erano popolari, ma erano troppe, la nostra leadership era un problema, ma ha ispirato molte persone, non eravamo troppo estremisti ma ci siamo lasciati ritrarre in questo modo, ora dobbiamo opporci con le nostre comunità all’assalto che verrà fatto su di esse dai Tories eccc. Dobbiamo stare un po’ di più con le comunità della classe operaia contro il tipo di populismo delle élite liberali di Londra’. 
Se seguiremo questa linea, saranno 15 anni in più di governo Tory”.

La spiegazione integrale data da Aldo Cazzullo del crollo laburista, sul Corriere Della Sera, può essere letta Qui
La critica integrale pronunciata da Tony Blair alle posizioni politiche assunte dal Labur sotto la leadership di Corbyn può essere letta Qui

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