Resilienza italiana /1
Ma è solo Renzi che dice che bisogna riaprire le fabbriche prima possibile o ci sono anche altri?
Ci sono anche altri. Per fortuna.
Ad esempio c’è la vice presidente di Confindustria, Licia Mattioli (in campo per la nomina a presidente dell’associazione degli industriali italiani).
In una recente intervista rilasciata al quotidiano online Huffingtonpost, con la stessa lucidità di analisi e con la stessa schiettezza dell’ex premier, ha espresso il convincimento che la chiusura di tutte le attività economiche non può andare avanti a lungo .
Alla domanda “Quando pensa si debba quantomeno allentare?”, l’imprenditrice torinese ha risposto:
“Le aziende italiane sono in difficoltà sia sul fronte interno, sia su quello esterno: pensiamo alle filiere internazionali, se sospendi la tua produzione ci sono altri che prendono il tuo posto e metti a rischio la sopravvivenza delle aziende. Vorrei essere chiara su questo punto. Sempre nel rispetto dei protocolli sulla sicurezza e avendo a cuore la salute delle persone, sarebbe importantissimo riaprire il prima possibile per garantire la sopravvivenza di tutti i posti di lavoro”.
Per non dare adito a fraintendimenti, Licia Mattioli precisa:
“Non dico riapriamo subito ciò che è chiuso, questo sarebbe incosciente, ma è necessario allentare alcuni divieti nelle filiere essenziali. Come fai a fare le manutenzioni, se non hai pezzi di ricambio? O ancora: alcuni codici Ateco non rappresentano più, perché obsoleti, la totalità delle attività delle imprese e quindi spesso non sono sufficienti nella valutazione del carattere di essenzialità di quelle produzioni”.
Sul piano delle misure immediate, per garantire la tenuta economica e sociale del Paese, le cose da fare secondo la rappresentante degli industriali sono tre:
“Uno: Cassa integrazione, erogata subito da parte dell’Inps e non anticipata da parte delle imprese. Due; il tema della liquidità è pressante, dunque è urgente spostare le scadenze non di un mese, ma almeno fino all’estate, per tutti i temi tributari e fiscali. Non si possono, in queste condizioni, varare misure come se fossimo in tempi normali. Tre: potenziare i sistemi di garanzia per sostenere la liquidità di famiglie e imprese. E pensare a una golden power perché le imprese capi filiera e strategiche per il Paese siano aiutate nel rilancio post-bellico a cui andremo incontro”.
E il giudizio su quanto è stato fatto finora?:
“Il governo – secondo Licia Mattioli – Ha fatto delle cose giuste, ma in modo confuso. È giusto in nome dell’emergenze sanitarie prendere decisioni forti e condivise, ma vanno prese prevedendo le conseguenze, con un ordine temporale chiaro, altrimenti si crea solo un’emergenza nell’emergenza. Facciamo una task force di resilienza con politici, industriali, economisti, categorie produttive, da cui esca un coraggioso e tempestivo piano shock per la ripartenza”.
Qui per chi volesse leggere la lunga intervista apparsa su Huffingtonpost del 28 03 2020
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