Quella foto da Narni

La Stampa del 26 Ottobre ha pubblicato un fondo di Federico Geremicca dal titolo “Quella foto senza Renzi”.
La foto in questione è quella, apparsa su quasi tutti i giornali, che ritrae il capofila di Leu Roberto Speranza, il segretario del Pd Nicola Zingaretti, il candidato alla presidenza dell’Umbria Vincenzo Bianconi, il capo politico del M5s Luigi Di Maio e il premier Giuseppe Conte. Tutti insieme e sorridenti in quel di Narni, in Umbria, a sostegno del candidato Bianconi. Una foto che allude ad una alleanza che si immagina duratura e strategica tra il Pd e il M5s.

Delle considerazioni svolte dall’editorialista della Stampa ne evidenziamo  due, una a nostro avviso giusta ed una, sempre a nostro avviso, sbagliata.

Quella giusta riguarda la presenza, nella manifestazione e nella foto, del presidente del Consiglio Conte. Come tutti sanno, Vincenzo Bianconi è candidato di una coalizione della quale fanno parte Pd, M5s e Leu;  Conte ha sempre sostenuto di non essere espressione diretta di alcun partito; le elezioni umbre, come tutte le elezioni regionali, hanno solo valore locale e non hanno implicazioni dirette sul piano politico nazionale. Perciò Pd e M5s dicono che le elezioni umbre non sono un test sulla tenuta del governo e la prosecuzione della legislatura, come invece va quasi ossessivamente ripetendo Matteo Salvini  per invocare il ritorno alle urne. “Appare inutile, scrive Geremicca, ripetere che il voto non avrà effetti  sull’esecutivo se poi si porta sul palco il presidente del Consiglio, coinvolgendo plasticamente il governo nella contesa”.

La considerazione svolta da Geremicca che a noi appare sbagliata riguarda, invece, l’assenza sul palco di Narni  (e nella foto) del leader di Italia Viva Matteo Renzi. Se la presenza di Conte può destare perplessità, non si può dire altrettanto per l’assenza di Renzi: è normale non partecipare ad una manifestazione a favore del candidato di una coalizione della quale non si fa parte. E in più si tratta di una coalizione, quella tra Pd ed M5s che, nel modo in cui viene concepita (legittimamente) dai nuovi dirigenti del Pd (da Zingaretti a Franceschini a Cuperlo) ovvero una coalizione strategica, è esattamente l’opposto del modo in cui l’ha proposta e la interpreta Renzi, ovvero un accordo di necessità e a termine. Nonostante tale evidenza, il giornalista della Stampa spiega l’assenza di Renzi in questo modo: “Renzi non ama mettere la faccia quando il vento è contrario, e del resto – nonostante le sue rassicurazioni – quasi due italiani su tre si dicono convinti che sarà lui, alla fine, a mettere in crisi il governo Conte”.
Noi siamo degli estimatori di Geremicca, ma in questo caso la spiegazione da lui fornita appare francamente fuori luogo.

C’è in fine una terza cosa che il giornale La Stampa mette in evidenza a proposito della suddetta foto (ormai diventata virale). In un altro articolo, a firma di Massimiliano Panarari, si fa notare che nella foto (sempre la stessa) c’è un’altra assenza significativa: l’assenza di donne.
Questo fatto viene presentato come parte di un limite più complessivo della nascente coalizione M5s-Pd: non aver superato la “dimensione contrattuale”. Un limite che viene rappresentato anche visivamente dalle posture dei cinque personaggi ritratti e dalla prossemica, che Panarari definisce “biopolitiche”, rivelatrici di ruoli, imbarazzi, tensioni. Si vede insomma, secondo il giornalista, che “non è l’istantanea di una squadra affiatata. Piuttosto un team building ancora da costruire. O, al più, una tiepida intesa cordiale. Un ritratto collettivo che riflette la dimensione marcatamente contrattuale della relazione, e non vede figure femminili (di cui una leadership progressista avrebbe, oggi ancora di più, un gran bisogno).

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