Apertura vs Chiusura
La rivista L’Espresso dedica ben 18 pagine, le prime
diciotto pagine dell’ultimo numero, per sostenere la tesi che Matteo Salvini e
Matteo Renzi sono due politici in tutto e per tutto “simili” ed ugualmente
pericolosi per il bene del paese e per il futuro della democrazia.
Naturalmente L’Espresso è libero di scrivere ciò che vuole. Noi da lettori
siamo liberi di giudicare se ciò che leggiamo ci sembra utile e pertinente con
quanto ci succede intorno.
A noi non interessa entrare nel merito della polemica che il direttore del settimanale L’Espresso conduce da tempo contro l’ex premier del PD. Semplicemente ci desta meraviglia che si possano mettere sullo stesso piano personaggi che, su molti dei temi che hanno caratterizzato l’azione politica di entrambi, hanno messo in pratica iniziative di gran lunga differenti. Un esempio per tutti, tanto per far capire di cosa parliamo: la questione migranti (cosa non da poco). Renzi si è adoperato affinché alla marina militare italiana venisse affidato il comando della missione internazionele Sofia per contrastare l’azione dei trafficanti di esseri umani nelle acque del mediterraneo. Una delle accuse che gli è stata mossa ((e che ha non poco contribuito alla sconfitta elettorale del Pd) è quella di essere stato troppo accogliente e di aver tenuto i porti aperti. Salvini si è adoperato per far chiudere la missione Sofia, ha chiuso i porti agli immigrati e ha varato due decreti sulla sicurezza in cui ha inserito norme che mezzo mondo (ad esempio papa Francesco) giudica disumane e contrarie al diritto internazionale. Si tratta di un comportamento contiguo, “simile”, o diametralmente opposto?
In questo momento, proprio per l’azione politica del leader
della Lega, il paese sta attraversando una fase non solo delicata ma pericolosa.
È ancora vivo nella memoria il discorso col quale Salvini ha licenziato il
proprio governo ed ha dichiarato che si rivolgerà agli italiani per chiedere i “pieni
poteri”. È questo il fatto da cui al
momento può, principalmente, derivare danno al paese ed alla nostra democrazia.
Perciò ci sta molto a cuore che non si aggiunga confusione a confusione. È
necessario uno sforzo da parte di tutti per offrire ai cittadini elementi di
chiarezza, il più possibile basati su fatti concreti, per far capire qual è
realmente la posta in gioco.
Spieghiamoci meglio: è in corso nel mondo occidentale, non solo in Italia, uno
scontro (che è nuovo e antico al tempo stesso) tra conservatorismo e
progressismo, tra chi vuole affrontare le sfide della modernità ed aprirsi agli
altri e chi vuole arroccarsi nella difesa della propria identità .
In questo momento tale scontro è particolarmente duro.
Salvini (ma non solo lui, tutto il governo del quale la Lega ha fatto parte
insieme al M5s) si colloca sul fronte conservatore e illiberale. Tutti gli
ultimi governi a guida Pd, quello di Letta come quello di Renzi come quello di
Gentiloni si sono collocati sul fronte opposto. Tutti questi governi, anche
quello a guida Renzi, hanno cercato di rafforzare (ciascuno con propri limiti,
certo) la liberal democrazia nel nostro paese.
Costruire discorsi in cui si fanno astrusi parallelismi tra politici come Renzi e politici come Salvini non serve a fare chiarezza su cosa sta succedendo. E non serve a fare chiarezza anche quando si parla di antipolitica e si fa riferimento, indistintamente, ai tre maggiori partiti italiani. Piuttosto si crea confusione. Salvini è già bravo di suo a intorbidire le acque e raccontare fake news, Non diamogli una mano.
Bene ha fatto, a nostro avviso, il direttore del quotidiano Il Foglio, che martedì scorso ha pubblicato un editoriale per fare chiarezza sulla differenza tra i due Matteo, non per difendere Renzi, ma per spostare l’attenzione dalle chiacchiere sul “carattere” dei due contendenti alle vere questioni in gioco, ovvero sullo scontro di cui dicevamo.
Vale la pena riportare un passaggio dell’articolo di Cerasa: “Matteo Renzi e Matteo Salvini non sono … due facce della stessa medaglia ma sono tra i leader politici che in questo momento riescono meglio a rappresentare due visioni del mondo in lotta l’una con l’altra. A voler semplificare, le due visioni del mondo sono … aperture contro chiusura, sono Europa contro no Euro, sono globalizzazione contro protezionismo, sono atlantismo contro putinismo, sono porti aperti contro porti chiusi”.
In questo contesto, dice inoltre Cerasa, Salvini è sicuramente in Italia l’unico leader di peso capace di essere la principale guida politica del partito della chiusura. Renzi invece non è l’unico ad incarnare il partito dell’apertura. Ma “chi considera il modello Renzi un doppione del modello Salvini non capisce che, al di là dei singoli personaggi, la sfida del futuro della politica europea si gioca proprio qui, su quel nuovo bipolarismo che in troppi non vogliono vedere: apertura vs chiusura”.
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