I sacri confini della Patria

Aderendo all’idea, lanciata dal ministro plenipotenziario Salvini, di costruire un muro al confine con la Slovenia, l’utente 10046 scrive: “Una volta i confini della Patria erano sacri, i politici li hanno sconsacrati”.

Una volta quando?
Nel libro “Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo” lo scrittore Stefan Zweig dice: “Prima del 1914 la terra apparteneva a tutti: ognuno andava dove voleva e vi rimaneva finché voleva. Non c’erano permessi  né concessioni né lasciapassare. Mi diverte sempre lo stupore dei giovani quando racconto loro di essere stato prima del 1914 a girare l’India e l’America senza possedere un passaporto o neppure averlo mai visto. Si saliva e si scendeva da un treno o una nave senza interrogare e senza venire interrogati, non c’erano da riempire uno solo dei cento formulari oggi richiesti. Si ignoravano i visti, i permits e tutte le seccature; gli stessi confini che oggi, per la patologica diffidenza di tutti contro tutti, sono trasformati in reticolati da doganieri, poliziotti e gendarmi, non significavano altro che linee simboliche, che si potevano passare con la stessa spensieratezza come il meridiano di Greenwich”. (la citazione è tratta da una intervista a Sabino Cassese su Il Foglio del 18giugno 2019).

I guai sono cominciati quando alcuni politici guerrafondai  hanno dichiarato sacri i confini della Patria. I nazionalismi del ‘900, secondo Sabino Cassese, hanno creato le barriere tra i popoli. E i risultati si sono visti: ben due guerre mondiali che hanno causato milioni e milioni di morti.

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