I tortellini indigesti ai tradizionalisti cattolici e laici

La notizia commentata da La Repubblica del 1 ottobre, cioè la vendita a Bologna, durante la festa del Santo Patrono, anche di tortellini di pollo, inizia, giustamente, col comunicato della Curia cittadina:

L’Arcidiocesi di Bologna informa che l’Arcivescovo Matteo Zuppi ha appreso la notizia del tortellino con carne di pollo solo questa mattina e dai media. Era all’oscuro dell’iniziativa annunciata ieri in conferenza stampa dal Comitato cittadino per le manifestazioni petroniane. Il Comitato ha previsto che accanto ai quintali di tortellini conformi alla ricetta depositata, siano preparati anche pochi chilogrammi senza maiale per chi non può mangiarne per diversi motivi.

Bene, in merito a questo episodio, accanto ai soliti leghisti “cristiani”, si è unita anche la voce di Galli della Loggia. Sul CORRIERE DELLA SERA del 3 Ottobre, in prima pagina, egli scrive di cedimento da parte della Chiesa alla morale laica cioè a

un’ideologia etica di ambito planetario, che è andata via via emergendo, per la prima volta nella storia, muovendo da un nucleo originario rappresentato dalla formulazione dei diritti umani. Di essa sono venuti progressivamente a far parte, insieme alla crescita continua dei suddetti diritti, il pacifismo, l’ecologismo, l’antisessismo e quant’altro potesse essere compreso in un’indistinta prospettiva mondialistico-buonista sotto l’egida di qualche organizzazione o movimento internazionale.

Ai leghisti, che deplorano il voler “cancellare la nostra storia e la nostra cultura” hanno già risposto, prima, Romano Prodi:

Le nostre sono tradizioni di libertà, se Salvini dice che con la libertà si offendono le tradizioni. L’importante è che il tortellino di pollo non sia obbligatorio.

successivamente, il sindaco Merola:

La tradizione di Bologna è innovare e accogliere, non quella che vuole propagandare Salvini, quello che col rosario in mano vuol far morire la gente in mare…Salvini faccia un giro a New York dove i tortellini li fanno al pollo e conditi con i piselli: o dice a Trump di chiudere quei ristoranti, visto che sono alleati. Oppure si rassegni al fatto che nella vita le cose cambiano e le tradizioni si rispettano anche cambiando qualcosa ….

A Galli della Loggia vorremmo proporre due considerazioni.
La prima. Il pacifismo (il “no” radicale alla violenza fino all’amare il proprio nemico e perdonarlo), l’ecologismo (il rispetto e la cura nei confronti del Creato), l’antisessismo (l’uomo e la donna sono fatti con la stessa materia dallo stesso Dio) sono temi che non solo possono far parte di quella morale laica che Galli della Loggia liquida come buonista (“buonista”, quasi fosse un’offesa seguire Abele – meglio essere come Caino allora?) ma anche della comunità ecclesiale auspicata da Francesco e da tutta quella Tradizione cristiana precedente che ha seguito i Vangeli alla luce del buonismo.
Seconda considerazione. Il pacifismo, l’ecologismo, l’antisessismo sono invece i temi che i tradizionalisti cattolici rifiutano sia nella loro interpretazione della parola di Gesù sia nella loro azione pratica. Le Crociate e Lepanto come riferimento storico, contrapposte alla Dichiarazione sulla Fratellanza; la difesa della politica del presidente brasiliano Bolsonaro e la minimizzazione dei danni della deforestizzazione in opposizione all’appello di papa Francesco per la difesa della natura del Pianeta; la riprovazione radicale di ogni introduzione della figura femminile nei compiti sacerdotali mentre si potrebbe prospettare il diaconato per le donne a partire già dalle decisioni del Sinodo sull’Amazzonia.
Galli della Loggia si è limitato a dare una ulteriore voce – fintamente neutrale e asettica, ma sostanzialmente schierata ideologicamente – a quell’ala del cattolicesimo che continua a guardare al medioevo come soluzione per il rilancio della Chiesa e che, nel fare ciò, prepara la scissione

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