Chi ha dato dell’eretico a Papa Francesco? (2)

Non credete a chi vi dice che i teologi tradizionalisti sono dei bacchettoni orripilati dal sesso: sono cattolici rigorosi convinti del fatto loro, abbiano o no tutte le pezze d’appoggio necessarie per accuse tanto temerarie, che è un’altra cosa…..” Così concludeva l’articolo di Ferrara sul Foglio del 9 maggio a proposito dei firmatari della Lettera Aperta ai vescovi per denunciare l’eresia di papa Francesco.
Al di là della contrapposizione, che esiste tra costoro e il papa sulla interpretazione del Cristianesimo, non c’entra niente il tema del “rigore”, che è tale nell’applicare il cuore del messaggio della Chiesa, cuore che è e deve restare il Vangelo (non il Catechismo). Cattolici “rigorosi” da questo punto di vista si trovano sia tra i conservatori che tra gli innovatori, con la differenza che ognuno di loro trova il “rigore” in una lettura differente del messaggio di Gesù. Le implicazioni di questa lettura diversa sono macroscopiche se si considera il campo delle scelte socio-politiche a cui l’ala tradizionalista del clero e dei fedeli cattolici si è da tempo orientata.
“[L’Unione Europea] non ha nessuna visione del bene comune perché non possiede più le categorie di ragione e di fede per fondarlo adeguatamente [;] intende il bene comune in senso operativo e funzionale, oppure come somma del soddisfacimento dei desideri individuali, oppure come l’uso comune dei beni collettivi. […] Le pressioni delle istituzioni europee sugli Stati sui “nuovi diritti” sono elementi del male comune. […] Ecco perché bisogna frenare l’Unione Europea per avere il tempo e lo spazio per costruire un’Europa che ridia a Dio quel primato nel mondo, attraverso cui è stata costituita.”  Questo è il parere di Mons. Crepaldi, vescovo di Trieste, nella lectio magistralis nel corso della Seconda Giornata della Dottrina sociale della Chiesa a Milano.
Troverete, in questo blog, una dei teologi della Lettera Aperta, la signora Maria Guarini, che conclude l’articolo sulle elezioni europee così: “Invitiamo i cattolici a dedicare recite del Santo Rosario nei giorni: domenica 19 maggio, lunedì 20 maggio, martedì 21 maggio e possibilmente perfezionarla con penitenze e digiuni affinché siano difese: 1)le radici cristiane del nostro Continente, la sovranità e le tradizioni dei popoli europei; 2)i confini degli Stati contro l’immigrazione incontrollata; 3)l’istituzione della famiglia e il diritto dei genitori ad educare i figli; 4)la vita, dal concepimento nel grembo materno sino alla morte naturale (il neretto si trova nell’originale n.d.r)”.
Senza entrare nel merito dei quattro obiettivi proposti, ricordiamo che la signora Guarini – come d’altronde gli altri tre italiani della Lettera – aveva firmato, nell’agosto 2018, l’Appello ai cardinali cattolici per denunciare la chiusura totale di papa Francesco nei confronti della pena di morte, la quale invece deve essere mantenuta perché approvata dalla Bibbia, dalla Tradizione cattolica e da tutta la storia della Chiesa romana.

Ma, allora, scusate, dove sta il “rigore” di questi teologi tradizionalisti quando parlano di “difesa della vita dal concepimento alla morte naturale”? Dal punto di vista teologico, Guarini e gli altri tradizionalisti rimproverano a papa Francesco, nel sesto punto della Lettera, di non ammettere che la legge divina proibisce sempre e comunque, senza “se” e senza “ma”, azioni intrinsecamente malvagie, ma di adottare il “discernimento”. Bravi cattolici “rigorosi” e soprattutto coerenti! Avevano denunciato il comportamento “eretico” del papa quando Francesco ha stabilito, senza relativismi di sorta e senza discernimento eventuale, che la pena di morte è peccato e male, senza “se” e senza “ma”. Infatti ” Pertanto la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona, e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo” ha scritto papa Francesco. Noi siamo convinti che la teologia di costoro è solo pretestuosa, cerca di nascondere ma solo parzialmente una visione ideologica molto ampia, che collega Trump, Salvini, Le Pen, assieme alle chiese evangeliche americane soprattutto, sostenitrici del fondamentalismo biblico e nostri cattolici di “Lepanto”. Rimandiamo all’articolo “La rivoluzione (incompiuta) di Francesco” in questo blog

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