Ci pensa l’ISTAT

Basta perdere tempo a disquisire su quanto i Cinquestelle abbiano tradito i loro antichi ideali (quali sarebbero poi?) su gli inciuci tra Di Maio e Salvini, su chi dei due risulta più a destra dell’altro, su quanti punti percentuali di consenso Salvini e Di Maio perdono o guadagnano giorno per giorno.
A farci tornare con i piedi per terra per occuparci di questioni serie ci pensa comunque l’Istat, che ha reso pubblici i dati sull’andamento dell’economia italiana alla fine del 2018:

  • FATTURATO INDUSTRIA (dicembre 2018 rispetto novembre 2018)         -3,5%
  • FATTURATO INDUSTRIA (dicembre 2018 rispetto dicembre 2017)           -7,3%
  • ORDINATIVI INDUSTRIA (dicembre 2018 rispetto novembre 2018)         -1,8%
  • ORDINATIVI INDUSTRIA (dicembre 2018 rispetto dicembre 2017)           -5,3%

Per quanto riguarda il fatturato si tratta del peggiore risultato dal novembre 2009.
Complessivamente, da tutti gli osservatori, l’andamento dell’industria viene giudicato un crollo drammatico, una recessione peggiore del previsto.
I governanti però non si mostrano preoccupati perché, dicono, c’è un rallentamento dell’economia in tutta Europa, tanto è vero che l’UE ha rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2020.
È vero, ma l’Italia ha la posizione peggiore (ed è l’unico paese europeo in piena recessione) come mostra la seguente tabella:

Prima di Natale il ministro Tria, il presidente Conte e i due vice Di Maio e Salvini dicevano che dopo il varo della manovra ci sarebbe stata la ripresa; la prevedevano dell’1,5%. Conte in particolare ha dichiarato che “il 2019 sarà un anno bellissimo per l’economia italiana”. Adesso, dopo i dati che registrano il crollo, va dicendo di non preoccuparsi, non ci sarà una manovra bis, non metteranno nuove tasse e che la ripresa ci sarà ma dopo giugno. In sostanza la loro strategia sembra essere quella di continuare a prendere in giro gli italiani fino alle elezioni europee (fine maggio). Poi si vedrà.

Cosa dire? Ormai sono troppe le occasioni in cui l’esecutivo ha mostrato di non avere le competenze per governare un grande paese industriale come l’Italia.
Speriamo che la congiuntura internazionale volga presto al meglio e così riesca a trainare verso una ripresa anche l’economia italiana che, al netto di tutte le stupidaggini (e bugie) che vanno dicendo su quelli che hanno governato prima, conserva buone potenzialità.

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