I “cattolici” della Lega: il loro mondo e la loro chiesa /4

L’incontro tra i tradizionalisti cattolici della Lega e don Minutella, il sacerdote palermitano scomunicato, prosegue in questa quarta e ultima parte. Ripartiamo dalla trasmissione di Radio Padana.

PUNTO 4. I riferimenti teologici dei tradizionalisti e la loro interpretazione.

Ascoltatore minuto 8,39: “…Se vogliono mi scomunichino pure anche a me, per me è lo stesso. Io riconosco solo un papa: papa Ratzinger…il popolo questa gente non li vuole più (papa Francesco, Monsignor Spadaro e altri ndr)”. Nessuno ha fatto notare che non è mai il popolo, almeno secondo la prassi canonica, a poter scegliere il vescovo di Roma.

Ascoltatore minuto 9,55: “…eretici sono loro perché sono loro (la Chiesa attuale ndr) che si stanno distaccando dalla vera dottrina…don Minutella è l’unico, è il baluardo che ci difende da questi immondi, sozzi, maiali, luridi.”

Don Minutella minuto28,35: “Viva papa Benedetto XVI, viva la Chiesa cattolica, apostolica, romana… …sia chiaro, il papa è quindi Benedetto XVI. E ci sono tanti indizi che lo fanno capire, soprattutto, io ne potrei citare tanti, indossa la veste bianca, è rimasto in Vaticano, non ha tolto il nome…Benedetto XVI che è stato costretto alle dimissioni dalla massoneria internazionale…ma lui si firma P.P. cioè è la sigla del papa regnante. Colpo di scena: Bergoglio invece nei suoi documenti non mette mai P.P…” e al minuto 43,50: “…con Benedetto XVI la Chiesa è stata garantita nella sua vera identità, ecco perché hanno cercato di farlo fuori, questo senza dubbio…”.

La fede tradizionalista non si nutre della filosofia e della pratica del relativismo, tanto deprecato dal teologo Ratzinger, ma proprio del pensiero teologico di Benedetto XVI, che, con Wojtyla, non casualmente, resta il riferimento principale di questi cattolici. E infatti “la maggior parte dei cattolici preferisce Salvini che invoca la Madonna a protezione dell’Italia e dell’Europa e che fa tesoro dell’insegnamento di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Sono loro la Chiesa vera…” da Antonio Socci.

Questo aspetto meriterà, in altro momento, un approfondimento. Limitiamoci a dire che da questa e da altre trasmissioni appare un problema reale per il papa emerito Benedetto XVI e non per papa Francesco: Lega, tradizionalisti cattolici, preti scismatici e gruppi vari fanno infatti riferimento al pensiero di Ratzinger (e di Wojtyla) come antagonista rispetto a quello di Francesco e come depositario dell’ortodossia cristiana. Il problema che si pone a Benedetto XVI nasce dal fatto che esiste realmente una prospettiva differente nella lettura della Bibbia, nel rapporto con la Tradizione, nella pratica dell’Ecumenismo, tra il suo e l’attuale pontificato: questa differenza è colta dalla percezione – anche se poco meditata e spesso estremizzata – della gente cattolica. Di conseguenza una parte di essa si rifiuta di accettare le esortazioni ed i messaggi proposti da Francesco perché li vede in contraddizione con l’insegnamento precedente. Tuttavia Ratzinger ha sempre teorizzato “l’ermeneutica della riforma nella continuità” cercando di garantire un filo di collegamento tra le varie chiese che si sono succedute nel tempo. Da papa emerito Benedetto XVI ha scritto che c’è una sola Chiesa, ed è quella di Francesco e che non bisogna ipotizzarne un’altra (la frase “non abbiamo bisogno di un’altra chiesa inventata da noi..” è contenuta nei suoi Appunti sugli abusi sessuali del clero, dell’aprile 2019, chi quali inoltre si concludevano così: “Al termine delle mie riflessioni vorrei ringraziare Papa Francesco per tutto quello che fa per mostrarci, sempre più, la luce di Dio, che non è scomparsa, anche oggi. Grazie, Santo Padre!”)  Eppure esiste la possibilità di portare fino alle estreme conseguenze la sua teologia per poterla contrapporre a quella di Francesco. Ed è ciò che fanno, più o meno coerentemente e consapevolmente, i tradizionalisti. Nell’usare i nomi di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II da parte di costoro, la necessità di una correzione di rotta non aspetta a papa Francesco – che fa bene a mantenere le distanze da simili posizioni anti evangeliche –  ma bensì ai due papi precedenti, le cui opere si sono prestate, almeno parzialmente, ad un uso così deformato del Verbo.

PUNTO 5. La libertà di espressione a Radio Padania. Alle uniche voci fuori dal coro di telefonate e messaggi viene riservato, dal conduttore della trasmissione, un trattamento emblematico: esse vengono censurate elegantemente (l’eleganza consiste nel cercare di non farlo vedere) senza appunto dare alcuna risposta. Il conduttore minuto 3,10: ”…Il bello, padre, è che da quando siamo nati abbiamo sempre le linee aperte senza nessun tipo di censura…” e dopo minuto 9,20 “… attenzione chi è d’accordo e chi è anche contro, non fatevi nessun problema, la nostra radio è libera…”   Ecco come si traduce, in pratica, la libertà di esprimere le proprie opinioni – nell’ ”unica radio libera italiana” – nei confronti delle due sole voci discordanti durante la trasmissione:

Il giornalista legge WhatsApp minuto 14,40: “Che interesse ha il Vaticano a cancellare il cristianesimo e a favorire l’Islam?” Il giornalista “Bella questa domanda!” e senza rispondere né lui né don Minutella, prosegue così: “C’è qualcuno in linea? Lo sentiamo allo 02-6620…” E cambia discorso senza più riprendere la domanda.

Successivamente il giornalista legge WhatsApp minuto 44.45: “Domanda per don Minutella:Se un esponente di un altro partito avesse tirato fuori il Corano ci avrebbe dato fastidio? l’Italia da paese laico non è giusto che rimanga tale? Data la varietà culturale presente non crede che il gesto di Salvini sia volutamente provocatorio e giusto un po’ irrispettoso e fuori luogo? Non crede che politica e religione dovrebbero restare separate?  Poi rispondi, don Minutella, ma prima prendiamo due telefonate che magari saranno anche le ultime perché il tempo sta volando”. Inutile dirvi che né il giornalista né don Minutella hanno ripreso questo tema.

PUNTO 6. La credibilità delle fonti di riferimento.

Don Minutella minuto 21,28: “…non serve esibire da parte mia due lauree in teologia, una laurea honoris causa in Ungheria, la pubblicazione di diversi volumi, il fatto che sia stato parroco della parrocchia più frequentata a Palermo, devo passare necessariamente da parte della chiesa misericordiosa del falso papa Bergoglio come un prete matto, una sorta di Masaniello e purtroppo questo è vero, cioè la ristretta minoranza tutta di sinistra, anticlericale molte volte, riesce a ottenere questo successo mediatico ma è un gigante coi piedi di argilla”. Le credenziali culturali, per noi, non sono necessarie nel senso che, a nostro parere, un confronto di idee non dipende dai titoli scolastici né dalla popolarità degli persone e, neppure, lo assicuriamo a don Minutella, dalla nomea che circonda il nostro interlocutore. Ci limitiamo, e non ci sembra poco, a confrontare argomenti e prove.

Don Minutella minuto 27,40: “… queste scomuniche (nei miei confronti ndr) non sono valide perché a comminarle è una falsa Chiesa…quella di Bergoglio è un golpe rivoluzionario, a partire da 13 marzo 2013, che ha costituito, secondo profezie varie, tra cui spicca il terzo segreto di Fatima, che sembra una chiesa che sembra ancora la Chiesa cattolica, maggioritaria, potente, e, diciamo, con forti appoggi politici della sinistra internazionale, ma che non lo è, non è la Chiesa cattolica; di conseguenza io non sono un prete autarchico, settario, scismatico che si è fondato una sua chiesa. … …la questione Dio non è più centrale, è un messaggio che Benedetto XVI, solo lui sa fare, da quando è stato deposto, e che lancia alla falsa chiesa bergogliana che parla solo soltanto e sempre, immaginate voi di che cosa, provate a far capire, cara Radio Padania, di che cosa parla Bergoglio continuamente? Degli immigrati.   Quindi io sono cattolico, per quello sono stato scomunicato…io non ci sto con questa falsa chiesa massonica, eretica, di sinistra e soprattutto neo ariana, neo luterana, neo modernista, filo immigrazionista, che non parla più di Gesù Cristo, questa è una chiesa che non parla più di Gesù Cristo, che non parla più del Vangelo…”

Questo concetto finale è l’unico passaggio in cui, crediamo, ogni cattolico ed ogni persona imparziale può essere d’accordo con don Minutella. Papa Francesco e la sua Chiesa hanno fatto proprio così, dopo un lungo inverno della Chiesa cattolica in cui di Gesù solo si parlava. Francesco e la sua Chiesa, invece, hanno parlato poco di Gesù, ma hanno cercato di comportarsi ed agire come Gesù, nel modo in cui Gesù oggi avrebbe agito. E proprio nei confronti degli immigrati. “…Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.” Matteo 26. Infatti “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cielo” Matteo 7,21.

Conclusione di Don Minutella minuto 50,25: “…che vengano fuori gli italiani, pieni di fede, attorno a questo coraggioso esponente politico che è Matteo, che vorrei salutare, dicendogli che io prego, se può dargli conforto questo, come prete scomunicato dalla falsa chiesa bergogliana e legato profondamente a Benedetto XVI, e difensore e paladino dei valori cristiani e cattolici, io prego ogni giorno per Matteo…lo benedico di cuore, Matteo vai avanti, la Madonna è con te!”.

Nuovamente il riferimento, a parte la Madonna, è rivolto al pensiero di Benedetto XVI. Fino a qual punto è un’operazione infondata quella compiuta dai “cattolici” leghisti e da don Minutella? Costoro hanno estremizzato posizioni ben più articolate del teologo Ratzinger, ma lo hanno fatto con notevole coerenza. Nella percezione dei tradizionalisti cattolici, e non solo, con Benedetto XVI vi era una Chiesa  saldamente fondata su una Tradizione priva di ombre, una Chiesa certa del robusto legame con tutti i precedenti papati per la teoria della continuità infallibile, garantita dallo Spirito, una Chiesa ben lontana dal pensare e dallo scrivere il “Discorso sulla Fratellanza” se prima non si riconosceva la supremazia di Gesù Cristo e dei suoi rappresentanti, una Chiesa inflessibile per quanto riguarda la vita sessuale, la famiglia, il fine vita, il celibato dei preti e il sacerdozio alle donne. Mille anni fa i papi avevano deciso così e i papi non possono sbagliare, quindi le loro scelte sono per sempre.  A dover rivedere così radicalmente la propria proposta teologica non è papa Francesco.

L’immagine in evidenza è tratta da benedettoxvi.wordpress.com

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